L'opzione Marina

In famiglia, al momento, l’ipotesi non è considerata reale

Milano, 2 luglio 2017 - In famiglia, al momento, l’ipotesi non è considerata reale. Non a caso, in passato, è stata smentita. Ma è un fatto che in alcuni ambienti molto ristretti, più a Roma che ad Arcore, l’idea continua a piacere. Ed è segretamente vagliata e sostenuta. Almeno come possibile via d’uscita dall’impasse che paralizza il centrodestra, proprio ora che sondaggi e risultati elettorali attestano un crescente consenso. L’ipotesi è che alla fine, in vista delle prossime Politiche, i veti e le riserve del passato vengano a cadere e che Marina Berlusconi venga candidata a Palazzo Chigi. Chi spinge per questa opzione ha buone carte da giocare col leader di Forza Italia e i suoi colonnelli. Le agenzie di stampa battevano ieri che tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini è «ormai muro contro muro ed è chiuso ogni canale di comunicazione». Ma le elezioni sono alle porte perché la legislatura volge al termine e quindi bisogna scegliere in fretta i candidati premier. Berlusconi non è candidabile ma non ha nessuno da opporre a Salvini. I sondaggi usciti ieri sui giornali dicono che Pd/sinistre e grillini sono in calo e che il centrodestra unito vincerebbe. 

Ma con il sistema elettorale proporzionale ognuno andrebbe per conto proprio. Quindi per prendere il 40 per cento dei voti e il premio di maggioranza occorre una lista unica, visto che il premio va alla lista (a meno che non si cambi la legge elettorale e si introduca il premio alla coalizione, cosa che Matteo Renzi non vuole per non dover fare accordi prima delle elezioni con gli scissionisti e la neonata formazione di Giuliano Pisapia e Pierluigi Bersani). L’unica alla quale nessuno potrebbe dire di no, né i leghisti né gli alfaniani, né tantomeno Fratelli d’Italia, è Marina. Una donna che da sola, visto il cognome che porta, potrebbe richiamare i moderati alle urne. È una manager, non ha mai avuto scivoloni mediatico-giudiziari, e, se adeguatamente affiancata e supportata da un team di persone vicine al Cavaliere, può assicurare l’unità del centrodestra e diventare premier vincendo le elezioni. Per ora sembra che Berlusconi non abbia intenzione di lasciarsi convincere. Nessun delfino, nessuna dinastia in politica. Anche perché ancora concentrato sulla sottile speranza di un governissimo post-elezioni con Renzi. Ma l’immagine del segretario del Pd è appannata, l’agone politico è rimasto senza leader. E l’elettorato chiede volti nuovi e personaggi credibili. Il recente risultato delle Comunali, favorevole al centrodestra, è sicuramente legato a un ritrovato attivismo del leader di sempre. Che vorrà continuare a svolgere un ruolo in prima linea anche nei prossimi mesi, senza smettere di credere nel miracolo della riabilitazione da Strasburgo. La leadership è ancora nelle sue mani. Il centrodestra, forte dei sondaggi positivi, del vento in poppa e della vittoria alle amministrative, ha rialzato la testa e può puntare in alto. Ma la domanda è: chi mandare a Palazzo Chigi? Chissà che, se si dovesse rendere conto che il logorio di Renzi continua e che la prospettiva di un accordo sovranista tra 5 Stelle e Lega prende quota, non sia proprio Silvio a rompere gli indugi e a calare l’asso Marina. sandro.neri@ilgiorno.net