Lega, due anime e un solo progetto

I contrasti del Carroccio

Milano, 22 dicembre 2019 - Di certo non era un copione già scritto. Il congresso della Lega ieri a Milano ha rivelato una transizione non indolore verso il nuovo partito. Un cammino foriero di polemiche e di dialettiche accese fra la nuova e la vecchia guardia. Cioè il partito di Matteo Salvini, oggi saldo al 30 per cento dei consensi, e quello di Umberto Bossi che rifiuta un cambio di pelle e, anzi, vincola la cessione del marchio all’esito di una raccolta di firme. Dunque le Leghe sono due, sicuramente con pesi specifici diversi. Qualcosa covava già sotto la cenere. La vecchia guardia non digerisce il disegno salviniano di una Lega nazionale. E invoca un ritorno alle origini.

Cioè a un movimento radicato nei territori del Nord. Al di là dei proclami e del dibattito politico interno, le due Leghe hanno due anime complementari, con molti punti in comune. Il federalismo che animava le battaglie di Bossi e giustificava dal suo punto di vista uscite anche palesemente provocatorie, non è morto. Vive dentro il progetto autonomista che Lombardia e Veneto hanno suggellato con i referendum consultivi di due anni fa e che anche altre regioni italiane - e l’Emilia Romagna per prima - hanno ora iniziato a guardare con un certo interesse. A differenza del federalismo, la riforma autonomista è in linea con la Costituzione. Tanto che lo stesso Capo dello Stato, nella cerimonia di auguri al Quirinale, ha voluto citarla con l’auspicio che possa «contribuire all’unità nazionale». L’esempio delle Olimpiadi del 2026 e della candidatura di Milano e Cortina nata dall’iniziativa diretta delle due Regioni interessate è un’anteprima di quanto l’autonomia differenziata potrebbe consentire ai territori.

Tra la Lega Nord e quella di Salvini ciò che è cambiato è la narrazione. Quindi il modo di proporre e di sostenere valori e posizioni poi non così in contraddizione con le battaglie del passato. Il sovranismo incarna ora quella lotta all’Europa che era già nei manifesti del Carroccio vent’anni fa. Le politiche sull’immigrazione erano già presenti nel programma del Carroccio dell’epoca. Oggi su questi temi la Lega ha potuto conquistare valanghe di consensi e diventare il partito egemone del centrodestra. Un test importante sono le regionali dell’Emilia Romagna, dove il partito di Salvini gioca la battaglia più importante, decisiva anche per il futuro della legislatura. Se dovesse strappare alla sinistra il suo feudo potrebbe avvicinarsi la fine della legislatura e il Capitano potrebbe andare all’incasso nelle urne delle elezioni politiche anticipate già in primavera. In tale ipotesi è probabile che le tensioni fra due anime leghiste si attenuerebbero: prevarrebbe la battaglia comune per tornare al governo nazionale.