Il lavoro prima di tutto

Nel momento in cui Milano attrae come non mai, la metropoli e la Lombardia registrano il record delle migrazioni di giovani in cerca di occupazione

Milano, 24 novembre 2019 - C'è un grande paradosso: nel momento in cui Milano attrae come non mai, la metropoli e la Lombardia registrano il record delle migrazioni di giovani in cerca di occupazione. E a questo paradosso se ne lega un altro, che è un po’ la faccia della stessa medaglia: il Paese è interessato da crisi aziendali pesantissime, ma nessuno se ne occupa se non per le consuete strumentalizzazioni a scopo elettorale. Le vicende dell’ex Ilva e di Alitalia non sono che la punta di un iceberg; il premier Giuseppe Conte sa che su queste partite si gioca gran parte del futuro suo personale e dell’esecutivo che presiede

La strada della nazionalizzazione dell’ex Ilva, che dal punto di vista economico sarebbe molto penalizzante per le casse dello Stato, appare al momento l’unica concreta possibilità per impedire che cinquemila lavoratori rimangano a casa, con conseguente disagio per altrettante famiglie. Siamo ancora nella fase delle rivendicazioni fra gli attuali gestori dell’acciaieria e i governanti italiani. Ma alla fine dovrà prevalere la ragionevolezza, perché altrimenti a perdere sarebbe il sistema Paese nel suo complesso, che ora più che mai sembra non avere affatto i sufficienti anticorpi per sopravvivere al fallimento e alla chiusura dello stabilimento di Taranto. Anche sull’altro fronte caldo, quello di Alitalia, si naviga a vista, senza una prospettiva di soluzione di mercato per una compagnia aerea piena di costi e con perdite quotidiane rilevanti.

Si profila infatti l’ottavo rinnovo del prestito ponte da parte dello Stato in mancanza di partner seriamente interessati a rilevare l’azienda. Considerato che, più in generale, segnali negativi arrivano anche dalla Lombardia (l’ultimo rapporto della Banca d’Italia parla di un rallentamento dell’economia e della produzione industriale) ce n’è abbastanza per dubitare della bontà delle soluzioni di politica economica e fiscale adottate dall’attuale governo e anche del precedente. Si è puntato su misure come il reddito di cittadinanza, dal chiaro sapore elettoralistico, prive di una efficacia risolutiva rispetto all’emergenza occupazione. Anche gli altri provvedimenti annunciati, ma da formalizzare nella prossima manovra lasciano tiepidi industriali e artigiani. Quei ceti produttivi, cioè, che sperano al contrario in scelte coraggiose e in grado di invertire la rotta.