La parola del Giorno: Lockdown

Parola del Giorno

Parola del Giorno

Un anno fa esatto piombavamo in uno dei momenti più tragici dell'Italia dal Dopoguerra ad oggi e scoprivamo un termine inglese che fino ad allora solo una piccolissima percentuale di noi aveva conosciuto: lockdown.

E' una parola alla quale associamo immediatamente città vuote, file ai supermercati per accaparrarsi beni di prima necessità, gente alla finestra che canta e applaude, striscioni con i colori dell'arcobaleno e la scritta "Ce la faremo".

Ma alla parola lockdown si associa immediatamente anche il mesto corteo di camion militari carichi di bare che attraversa Bergamo solo una decina di giorni dopo l'annuncio dell'allora premier Conte che emenava il primo decreto chiamato #iorestoacasa.

Fuori era primavera, ma era una primavera completamente diversa; silenziosa, triste, scolorita. Invece del canto degli uccellini sentivamo l'ululare delle sirene delle tante ambulanze che correvano verso gli ospedali delle nostre città, svuotate di uomini che guardavano questo strano mondo da dietro alle tende di casa o al massimo da qualche finestra o balcone. Anche l'aria ci faceva paura, e preferivano quella viziata dei nostri appartamenti.

E poi un'altro termine inglese ha fatto irruzione nelle nostre vite: smartworking: il lavoro da casa, il lavoro "agile", che ci ha costretto anche a portarci l'ufficio in cucina, in salotto, in camera da letto, improvvisando riunioni coi colleghi fatte in tuta e ciabatte, col cane che abbaia in sottofondo, i bambini che piangono o gridano e il sugo sul fornello a cuocere.

Un anno fa, esatto. E oggi, cosa è cambiato? In verità ben poco. Certo, le città non sono più così deserte (almeno per ora, ma da venerdì la situazione potrebbe cambiare), non si canta più dai balconi, ma il maledetto virus è ancora lì, in giro, che miete vittime e spaventa. Ora come allora.

Ma per fortuna ora ci sono i vaccini che ci fanno sperare e ci fanno essere un pochino più ottimisti di quanto non fossimo 365 giorni fa, quando di vaccini ancora non si parlava neanche. Ed ora bisogna solo aver fiducia che il piano vaccinale possa iniziare a correre, più di quanto non abbia fatto finora e aiutare tutti noi ad uscire, definitivamente, da questo incubo, iniziando ad utilizzare sempre meno (fino a dimenticarcene il significato) la parola lockdown.