La parola del Giorno: canzonette

Parte il Festival di Sanremo e assieme a lui anche il festival delle polemiche, quest'anno amplificate dalla pandemia

Giancarlo Ricci

Giancarlo Ricci

Edoardo Bennato, nel 1980, ci intitolò un fortunatissimo album (Sono solo canzonette). In generale Il termine “canzonette”, affiancato a quello di “canzoni”  definisce quella categoria di composizioni canore ‘minori’ soprattutto per la funzione che svolgono. Canzonette come ‘scacciapensieri’, in grado di procurare una distrazione effimera senza che questo possa o voglia incidere più di tanto sulla realtà. E' un termine che, nell'arco di un anno non si sente usare spesso ma il cui utilizzo si concentra in una specifica settimana (solitamente di febbraio, quest'anno di inizio marzo): quella del Festival di Sanremo.

Canzonetta è infatti la definizione più comune usata per definire la musica che si ascolta sul palco del Teatro Ariston, quasi a sottolineare la bassa qualità del prodotto musicale che viene presentato nella rassegna canora sanremese. Eppure ogni anno, per cinque sere consecutive, un non trascurabile numero di Italiani (diciamo tra i 10 e i 13 milioni nelle ultime edizioni) si piazza davanti alla televisione e per almeno tre ore si fa distrarre da queste "canzonette". E già perché, diciamocelo, il Festival di Sanremo è sempre stato il miglior modo per farsi distrarre dalla realtà, bella o brutta che sia.

Mai come quest'anno, profondamente condizionato dalla pandemia e dalle sue conseguenze, si sente la necessità di cercare un modo per non pensare, almeno per qualche ora, alle vittime del virus, alle diffcoltà economiche del nostro Paese, alle complessità di un piano vaccinale che fatica a decollare. E allora diciamocelo, ammettiamolo senza vergognarci, facciamocene una ragione: le canzonette di Sanremo ci servono, ci aiutano, ci rilassano; e quest'anno, queste funzioni, le svolgeranno in maniera ancora più importante di quanto non abbiano mai fatto. Che vi piaccia o meno, da oggi e fino almeno a domenica prossima, questo festival di "canzonette" ruberà spazio alle tragiche notizie a cui siamo stati abituati negli ultimi 12 mesi. E non è detto che, in fondo in fondo, questo sia proprio un male.