Ingerenze elettorali

Ci risiamo. Ogni volta che in Italia è tempo di elezioni, i giornali stranieri e le cancellerie europee si affannano nel tentativo di influenzare il voto

Milano, 21 gennaio 2018 - Ci risiamo. Ogni volta che in Italia è tempo di elezioni, i giornali stranieri e le cancellerie europee si affannano nel tentativo di influenzare il voto. Un copione che si ripete almeno dal 2001, anno della celebre copertina dell’Economist con Silvio Berlusconi additato come un pericolo per l’Italia. Paradossalmente lo stesso Bill Emmot, direttore della testata oggi come allora, a distanza di 17 anni rivaluta Berlusconi e lo definisce «salvatore della patria». E come non ricordare, nel 2011, lo scandalo Ruby e la campagna mediatica sui festini di Arcore cavalcata dai giornali internazionali. O, sul versante della sinistra, il referendum del 4 dicembre 2016, con Barack Obama che, per perorare la causa di Matteo Renzi, invita gli italiani a votare a favore delle riforme. Il tutto mentre alcuni commentatori di primo piano paventavano gravi rischi per l’Italia in caso di vittoria del «no». I no hanno vinto e la stabilità del Paese non è stata messa in discussione. È arrivato Paolo Gentiloni, che è il premier osannato dalla cancellerie europee.

Al punto che anche il presidente francese Emmanuel Macron, a Roma, ha recentemente auspicato di poterlo ritrovare a Palazzo Chigi dopo il 4 marzo. Questi consigli così accalorati arrivano da personaggi che in patria hanno comunque i loro problemi. Le cancellerie europee hanno poco da insegnare, considerato che hanno difficoltà a far decollare il progetto di Stati uniti d’Europa e che politici come Emmanuel Macron e Angela Merkel hanno le loro gatte da pelare in casa propria. In prossimità delle elezioni, in altri Paesi le opinioni e gli auspici dei politici italiani non hanno lo stesso peso. E non è un caso. L’Italia è un Paese nevralgico per gli equilibri europei e i poteri forti hanno paura che perda in stabilità e che possa arrivare un governo più disinvolto nel forzare i vincoli di bilancio imposti da Bruxelles. Il che determinerebbe un effetto domino.

Non solo. Lo spazio eccessivo concesso a queste esternazioni conferma la debolezza dell’identità nazionale italiana, che appare spesso succube delle influenze straniere. Questo andazzo è la riprova che la campagna elettorale si incentra su temi che solo in parte interessano i cittadini e che produce una girandola di promesse scarsamente realizzabili che preoccupano gli osservatori stranieri circa la tenuta del sistema-Italia. In questo senso accogliere l’appello del presidente della Repubblica Sergio Mattarella contro l’astensionismo può essere una risposta efficace e matura del popolo italiano che può dimostrare di votare con consapevolezza a prescindere dalle pressioni che arrivano dall’estero.

sandro.neri@ilgiorno.net