Le imprese insegnano

Ordini, produzione, fatturato e occupazione

Milano, 11 febbraio 2018 - Ordini, produzione, fatturato e occupazione. Su questi quattro elementi si interseca la difficile via della ripresa economica, che tra poche settimane farà i conti con la situazione politica post-voto. In attesa di capire se il Paese, e la stessa Regione Lombardia, potranno contare su un certo grado di stabilità di governo, le attività produttive lombarde, industria e artigianato, sembrano aver deciso di fare da sole. La situazione presentata da Unioncamere a Milano in settimana ha fotografato un panorama roseo. In recupero tanti settori di quell’economia che fa della Lombardia uno dei principali motori dell’Italia e dell’Europa. Occorre risalire al 2010 per trovare una dinamica così intensa e ciò accade in concomitanza con la singolare diminuzione delle imprese manifatturiere, fattore che condiziona il mondo del lavoro lombardo, facendo restare al palo il dato occupazionale. Però è aumentato il gap tra aziende in crescita o addirittura in forte crescita, pari al 75% del totale, contro un residuo 25% di ditte in difficoltà.

Considerato questo aspetto, è lecito attendersi una svolta in positivo anche nel saldo occupazionale di quest’anno. Il circolo virtuoso che sembra essersi innescato definitivamente in Lombardia è atteso però alla prova del primo trimestre 2018, che si chiuderà proprio di fronte all’esito elettorale e alle incognite circa il nuovo esecutivo che andrà a governare il Paese, con i suoi programmi e i suoi primi provvedimenti. Tutti i motori del complesso meccanismo economico lombardo, sia interni che esterni, sembrano spingere verso il decollo, in un quadro ottimistico su cui però aleggiano rischi e interrogativi. I primi riguardano l’entità dell’accelerazione impressa dal referendum di ottobre per l’autonomia di Veneto e Lombardia. Il negoziato con il governo nazionale sta procedendo, ma bisognerà valutare sul campo gli effetti che produrrà in termini di facilitazione delle attività produttive delle imprese e di semplificazione amministrativa e organizzativa degli enti locali. Non è un mistero che i costi della burocrazia, ampiamente imputabili a un centralismo oppressivo, finiscano per tarpare le ali alla crescita e al dinamismo del sistema imprenditoriale lombardo e nazionale. Alla prospettiva decisamente positiva dimostrata dagli industriali lombardi circa le aspettative sul 2018 risponde quella più prudente degli artigiani che, maggiormente legati al territorio, dimostrano ancora seri dubbi sulla rivitalizzazione del mercato interno. La questione fiscale appare come determinante per decifrare e configurare possibilità e modalità di aggancio dell’Italia alla ripresa avviata in Lombardia, e con essa gli irrisolti nodi ancora da sciogliere legati alla semplificazione burocratica, al costo del lavoro, alle privatizzazioni e liberalizzazioni, all’accesso al credito, soprattutto per le piccole e medie imprese. Un tema cruciale della prossima legislatura, che condizionerà in modo profondo le attività produttive del Paese, sarà poi quello del taglio della spesa pubblica in parallelo al rilancio degli investimenti. È su questi terreni che è lecito attendersi risposte concrete dalla politica, chiamata a fare proposte in campagna elettorale e poi ad attuarle grazie al consenso ottenuto.