Il forte disagio dei ragazzi senza scuola

L'emergenza nell'emergenza

Sandro Neri

Sandro Neri

Mario Draghi è stato chiaro anche nella sua prima conferenza stampa da premier: la scuola dovrà essere la prima attività a riaprire quando la situazione epidemiologica lo consentirà. Anche nel decreto approvato l’altra sera sono previsti fondi per consentire agli istituti scolastici di programmare attività didattiche durante i mesi estivi. I ritardi accumulati, infatti, non sono pochi. La didattica a distanza ha scongiurato il rischio di una paralisi completa delle attività formative ma non è riuscita fino in fondo a sopperire a tutti i disagi provocati dalla prolungata chiusura delle aule scolastiche. D’altronde l’Italia è stato il Paese che già un anno fa ha deciso di chiudere le scuole. Altri Stati, pur decidendo lockdown più o meno generalizzati, sono riusciti a preservare almeno in parte le lezioni in presenza e quindi a salvaguardare i delicati equilibri familiari che si basano anche sulla gestione delle attività scolastiche dei figli. Il prossimo nodo da sciogliere riguarda la definizione dei criteri per lo svolgimento degli esami di maturità e delle altre prove finali. Ma anche chi non è all’ultimo anno di un ciclo di studi si chiede tuttora, a meno di tre mesi dalla chiusura dell’anno scolastico, come verrà valutato e se ci saranno delle code estive con lezioni e verifiche. I disagi della didattica a distanza si stanno toccando con mano e a ogni livello. In particolare le famiglie numerose fanno i conti con la indisponibilità di connessioni sufficienti. In alcune aree del Paese si fa molta fatica a gestire lunghi collegamenti online perché le infrastrutture di rete non sono capaci di sopportare il traffico sul web. Numerosi studi hanno poi segnalato i contraccolpi che l’assenza dalle aule scolastiche provoca sugli studenti, in particolare sugli adolescenti. Si moltiplicano i campanelli d’allarme degli psicologi chiamati a gestire un’emergenza nell’emergenza: quella di intere fasce di giovanissimi sempre più insoddisfatti della didattica a distanza e depressi dalla situazione generale. Anche l’incremento dei reati minorili online è la spia di un disagio crescente. Tutti segnali da non sottovalutare, che rimandano a problemi reali e sempre più diffusi. Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha assicurato il massimo impegno per ridurre al minimo le chiusure scolastiche e gli effetti negativi che queste producono sul piano organizzativo. La politica è chiamata a dare risposte in tempi brevi. A prescindere dall’evoluzione della pandemia bisognerà scongiurare il rischio che il prossimo anno scolastico ricalchi quello in corso e riproduca le stesse incertezze su famiglie e studenti.