Il bluff scoperto

Matteo Renzi canta vittoria e come lui cantano vittoria le opposizioni

Milano, 20 dicembre 2017 - Matteo Renzi canta vittoria e come lui cantano vittoria le opposizioni. Essendo oggettivamente difficile che l’audizione del governatore di Bankitalia possa aver dato soddisfazione a entrambe le parti, qualcuno bluffa. Facciamo un passo indietro. Nei giorni in cui il segretario del Pd portò in Parlamento il dibattito sull’opportunità di rinnovare l’incarico a Visco, non c’era renziano che non individuasse nell’audizione del governatore in commissione banche il momento della resa dei conti.

Sarebbe stata quella l’occasione per inchiodare Bankitalia alle proprie responsabilità. Non è accaduto. I commissari del Pd non hanno ottenuto quasi nulla sull’acquisizione a caro prezzo di Antonveneta da parte del Monte dei Paschi, sulla connessa incetta di derivati altamente tossici dalla banca Nomura, sull’ipotesi di fusione tra Veneto Banca e Popolare di Vicenza... I capicorrente del Pd ne hanno le scatole piene. «La commissione si è rivelata un boomerang», sussurrano.

L’impressione è che lo pensi, ormai, anche Renzi. Cui non resta che fare buon viso, contando i giorni che mancano alla fine dei lavori della bicamerale di inchiesta guidata da Casini. Si rammenta che l’ex premier dichiarò di non essersi mai interessato a vicende bancarie, eccezion fatta per il mutuo della propria abitazione.

Sulla ‘Stampa’ di ieri dichiarava che una sola volta discusse di Banca Etruria con Visco, ma «fu lui a parlarmene». Ebbene, Visco ha sostenuto il contrario. Ha detto che fu Renzi a chiedere e che lui non rispose. Se lo avesse fatto avrebbe commesso un illecito, poiché Bankitalia può illustrare il proprio lavoro solo al ministro delle Finanze. Rivelazione forse non dirompente, ma sufficiente a chiarire che ieri a bluffare non erano le opposizioni.