Il peso del virus e il verdetto sulle comunali

Le elezioni a Milano e Varese

Questa settimana sapremo se Milano e Varese, oltre ad altre città italiane, potranno andare al voto in tarda primavera o se dovranno aspettare l’autunno. Sarebbe pronto un decreto del Viminale per posticipare l’appuntamento con le urne sempre per scongiurare il rischio di incremento dei contagi da Covid. Già l’anno scorso era slittato da giugno a settembre il voto amministrativo e referendario perché l’andamento della pandemia era assai incerto. Riempire le scuole di seggi, scrutatori e di elettori in coda era parso alquanto rischioso e dunque si era deciso di attendere settembre. Ora che la terza ondata del virus sembra probabile tutti i partiti politici sono favorevoli a spostare più in là la campagna elettorale.

Non tutto viene per nuocere. Questo rinvio darà la possibilità ai partiti di avere un po’ di tempo in più per definire strategie, candidati e alleanze. Il governo Draghi ha infatti scompaginato gli schieramenti. E sia nel centrodestra che nel centrosinistra si registrano movimenti e riposizionamenti. Per altro, per quanto riguarda la poltrona di sindaco nelle città più importanti come Roma e Milano, le trattative sembrano ancora in alto mare. Non ci sono candidati unitari né da una parte né dall’altra, visto che anche all’ombra della Madonnina il sindaco uscente Giuseppe Sala si ricandida ma senza avere l’accordo col Movimento 5 Stelle che presenterà un suo candidato. Sarà un po’ la pandemia a dettare i tempi e i temi della campagna elettorale.

Le sfide cittadine risentiranno inevitabilmente degli equilibri all’interno dei partiti. Dentro il Pd sembra crescere la fronda contro il segretario Nicola Zingaretti. Finito, dopo il crollo del governo Conte-bis, nel mirino degli ex renziani che vorrebbero mettere al suo posto il governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini. Non meno problematico il clima dentro i 5 Stelle, specie dopo le espulsioni dei parlamentari che hanno votato contro il governo Draghi e sono stati giudicati non più in linea con i valori del Movimento. Anche nel centrodestra ci sono divisioni: il nuovo esecutivo ha l’appoggio di Lega, Forza Italia e centristi ma non quello di Fratelli d’Italia che si è collocato con convinzione all’opposizione. Sulle misure di contrasto alla pandemia la stessa maggioranza di governo si presenta divisa. Da una parte la Lega, che auspica riaperture in sicurezza per ristoranti, palestre e altre attività; dall’altra il Pd, fermo sulla linea del rigore. Il prossimo Dpcm in arrivo conterrà divieti ancora più stringenti e questo non farà che alimentare ulteriori polemiche nella maggioranza e insofferenza in molte categorie produttive.