Sì alla cautela ma basta con gli allarmismi

Prima ancora del virus, è tornata la psicosi dei contagi

Milano, 2 agosto 2020 - Prima ancora del virus, è tornata la psicosi dei contagi. Quello che sta succedendo anche fuori dai confini nazionali inizia ad allarmare seriamente l’opinione pubblica. L’interrogativo dominante è sulla possibile seconda ondata d’autunno e sulla capacità del nostro sistema sanitario di affrontarla. Totalmente trascurato, invece, il dato sui ricoveri in terapia intensiva e negli altri reparti ospedalieri che in Italia è in costante calo. E lo stesso quello sui decessi. Giusto richiamare l’utilità delle misure sanitarie, sbagliato alimentare allarmismi che rischiano di danneggiare ancora di più gli operatori turistici impegnati in una difficile stagione di vacanze.

Intanto i saldi a Milano sono andati pressoché deserti e i dati sul crollo del Pil a livello nazionale sono a dir poco disarmanti. Un eventuale nuovo lockdown darebbe il colpo di grazia alla nostra economia già tramortita dai mesi di chiusura forzata delle attività produttive. Nel testo del Decreto Agosto c’è un’apertura alla possibilità che l’Italia utilizzi i fondi del Mes per potenziare il sistema sanitario. Su questo bisognerà fare i conti con la contrarietà del Movimento 5 Stelle, per altro lacerato da profonde divisioni interne. Il prolungamento della cassa integrazione e del blocco dei licenziamenti appare solo un palliativo. Urgono provvedimenti incisivi per la ripartenza effettiva delle imprese. Sussidi e aiuti lasciano il tempo che trovano e non spingono in alcun modo la crescita economica e il la risalita del Pil. La politica, però, non si smentisce. Tanto che, in barba alle emergenze reali, gli alleati di governo hanno già iniziato a litigare su come gestire i soldi del Recovery Fund che, se tutto va bene, arriveranno fra otto mesi.

Su infrastrutture, opere pubbliche e altri progetti in grado di rilanciare l’economia non si muove nulla. L’impressione è che il governo, pur di vivacchiare, eviti di affrontare decisioni importanti sulle quali potrebbe dimostrarsi ancora più diviso. Anche perché ci sono questioni roventi pronte a esplodere. La prima, in ordine di tempo, è la riapertura delle scuola. Ancora piena di incognite. Non è un mistero che il Pd sia contrario alle scelte del ministro Lucia Azzolina, anche su pressione dei sindacati, degli insegnanti che non sono affatto convinti dei banchi mobili e delle altre misure previste per consentire l’avvio in sicurezza delle lezioni in classe. Visto il contesto, sarebbe auspicabili che il parlamento lavorasse anche in agosto per discutere di tutti questi temi, che non riguardano solo la sopravvivenza del governo ma anche l’immediato futuro del nostro Paese.