Quelle necessarie soluzioni per la crescita

La prima notizia, poco rassicurante, è che i 600 euro di una tantum destinati agli autonomi e alle partite Iva verranno erogati soltanto a partire dal 15 aprile

Milano, 5 aprile 2020 - La prima notizia, poco rassicurante, è che i 600 euro di una tantum destinati agli autonomi e alle partite Iva verranno erogati soltanto a partire dal 15 aprile. Questo significa che quelle categorie di lavoratori in caso di difficoltà finanziarie dovranno attingere altrove le risorse necessarie per tirare avanti almeno fino a Pasqua. Un dato che si somma alle altre incertezze sulle riaperture delle attività produttive e commerciali e sulla gestione di questo periodo che sta mettendo a dura prova i bilanci di milioni di famiglie e imprese.

La distribuzione degli aiuti da parte dei servizi sociali dei Comuni, per un totale di 400 milioni di euro, sta procedendo fra mille ostacoli legati soprattutto alla difficoltà di individuare le sacche di maggiore povertà e i soggetti effettivamente meritevoli del sussidio. Secondo le valutazioni dell’Anci quelle somme dovrebbero bastare per due, tre settimane al massimo. Dopodiché occorrerebbero stanziamenti aggiuntivi qualora il fermo di industrie, studi professionali e negozi dovesse prolungarsi oltre il 13 aprile. Certamente non fanno bene, anzi finiscono per alimentare ulteriori tensioni, annunci come quello fatto due giorni fa dal capo della Protezione civile Angelo Borrelli sulla probabile proroga degli attuali stop fino al 15 maggio. Oltre che gettare nello sconforto i cittadini, annunci del genere - nonostante la puntuale smentita - finiscono per generare ulteriore sfiduciia nelle capacità del sistema economico di reggere alla incombente recessione legata alla pandemia.

È stato detto da più parti che occorrerebbe una massiccia terapia d’urto per fronteggiare il previsto crollo del prodotto interno lordo misurato dal Centro studi di Confindustria in dieci punti percentuali nel primo semestre dell’anno in corso. Le misure fin qui varate non tranquillizzano né le categorie produttive né i mercati finanziari. E affidarsi soltanto ai possibili aiuti europei potrebbe rivelarsi un rischio. Tanto più che - e questa è un’altra notizia poco rassicurante - da Bruxelles non arrivano ancora i segnali auspicati.