Il luminare che torna tra i banchi. Succede – per davvero – in Brianza. Emilio Berti, 74 anni, docente universitario di dermatologia, approdato alla pensione nel 2021 come professore ordinario, ha deciso di rimettersi sui libri: sta studiando per conseguire la specializzazione in Anatomia Patologica (un corso di studi che richiede quattro anni). Qualcuno potrebbe commentare: “Ma chi glielo fa fare?”.
E in un certo senso è vero. Lo studio è fatica. Ma non solo. Studiare (e spesso ce ne rendiamo conto al termine del nostro percorso formativo) non dovrebbe essere solo una casella da spuntare per ottenere l’agognato “foglio di carta”, un passaggio obbligato per poter lavorare (e guadagnare). Studiare vuol dire anche spalancare davanti a sé nuove opportunità, poter esercitare una delle caratteristiche proprie dell’essere umano, la curiosità.
E quando ami ciò che studi, quando ciò che studi ti appaga, ti sazia, è un enorme privilegio. Per questo è meraviglioso pensare che la sete di conoscenza non si esaurisca con lo scorrere degli anni ma anzi, si rafforzi. Con l’obiettivo di migliorarsi costantemente. “La motivazione – ha spiegato con semplicità Berti – è sempre quella di curare al meglio gli ammalati”. E ditemi se è poco.