Col piede sbagliato

Si chiude l'anno, un altro si apre, ma incertezza e aleatorietà sembrano destinate ad accompagnare questo passaggio senza soluzione di continuità

Milano, 31 dicembre 2017 - Si chiude l'anno, un altro si apre, ma incertezza e aleatorietà sembrano destinate ad accompagnare questo passaggio senza soluzione di continuità. Lo sa bene il Capo dello Stato che pure, nel consueto messaggio di questa sera, cercherà di rivolgere agli italiani un saluto breve e positivo. Richiamandosi all’economia che ha iniziato a muoversi, a una finanziaria meno pesante del previsto e, ovviamente, ai temi della fine della legislatura e del prossimo delicato passaggio elettorale di marzo. In un contesto di apprensione per il futuro prossimo italiano, sarebbe bene che fossero ricordati anche argomenti che risultano perenni nodi irrisolti e che di stagione in stagione, di anno in anno appunto, si rinnovano senza mai risolversi. Tra questi, quello della già annunciata nuova “rottamazione” delle cartelle esattoriali. Chiusa con la mezzanotte di oggi la campagna 2017, un minuto dopo si aprirà quella 2018. Per tasse, multe, contributi non pagati, ecco arrivare lo sconto per invogliare a saldare il proprio debito con un ente pubblico.

Lo strumento della rottamazione ha un qualcosa di perverso nella sua continua, pervicace, riproposizione. Causa la crisi, ma anche tanti furbetti restii ad adempiere ai propri doveri di contribuente e cittadino, sono ogni anno milioni gli atti impositivi inviati a famiglie e imprese. C’è chi non vuole e chi non può pagare. I primi confidano nella “certezza” della rottamazione continua e nei relativi sconti che l’Agenzia delle entrate propone pur di incassare qualcosa. E sono spesso situazioni in cui il denaro non manca, ma alletta ovviamente l’attesa per la prossima sicura sanatoria. In altri casi, tanti purtroppo, persone e imprenditori proprio non riescono a far fronte al debito, anche davanti alla prospettiva di un forte sconto e pure rateizzato. Allora il problema non è solo quello di dover pagare il dovuto. Occorre ragionare su una stretta fiscale, e sul suo dedalo di appendici spesso insostenibili e che oggi, superata la crisi economica che ha attanagliato l’Italia per un decennio, appaiono gli elementi più nefasti che ci porteremo appresso nel prossimo anno.

Pagare le tasse è giusto, purché si paghi il giusto. Una parola sulla diminuzione della pressione fiscale attraverso un deciso taglio della spesa pubblica improduttiva - in particolare dello Stato centrale, giacché a livello di Comuni e Regioni si è già ampiamente drenato - sarebbe opportuna, spingendo magari la politica a farne un tema importante della prossima campagna elettorale. Più nel concreto, una presa di posizione su come e quando sarà rimborsata la doppia Tari fatta pagare erroneamente in tanti Comuni risuonerebbe come un atto di correttezza che sarebbe certo più apprezzato dai contribuenti dell’ennesima “rottamazione”. Per non dire dei tanti in attesa di sapere come verrà loro restituito il canone Rai applicato in bolletta anche se non dovuto. Senza pensare allo scandalo dei rimborsi per le dichiarazioni dei redditi 2014 in arrivo in questi giorni: tre anni dopo e quasi come fossero un dono natalizio. Uno Stato autorevole non spreme i suoi cittadini oltre le loro capacità contributive e soprattutto non si presta a continue sanatorie, che favoriscono in particolare chi le possibilità le ha e attende con serafica fiducia la “rottamazione” prossima ventura. Questo sarebbe un vero augurio per il nuovo anno. Un impegno concreto che non sia solo speranza.