Adesso inizia la fase del buonsenso

Dalla Lombardia alla Sicilia, dall’esplodere della pandemia, i cittadini hanno dato grande prova di senso civico

Milano, 24 maggio 2020 - La data della svolta è il 3 giugno. Ma già in questo fine settimana si notano decisi segnali di ripartenza. Moltissimi stabilimenti balneari hanno riavviato le loro attività. E nelle regioni in cui il clima lo ha consentito si sono già visti i primi vacanzieri. Una prova di fiducia contro le fobie che continuano a serpeggiare in ampi strati della società nonostante i due mesi di lockdown. Nell’attesa che riaprano teatri, cinema e altri luoghi di fruizione della cultura è importante che ristoranti e bar possano riacquistare gradualmente clienti. Ma perché ciò accada è indispensabile che i cittadini, sia pur con prudenza e senso di responsabilità, riprendano a frequentarli.

Molti esercizi commerciali continuano a lamentare la latitanza del governo. Il tallone d’Achille resta quello della liquidità che continua a passare attraverso mille cavilli burocratici. Il premier Giuseppe Conte ha più volte annunciato l’emanazione di un decreto semplificazione che possa snellire l’iter di concessione dei finanziamenti e di avvio delle opere di rilancio dell’economia. Forse sarebbe il caso che anche i vari atti legislativi promossi sull’onda dell’urgenza dall’esecutivo possano già ispirarsi al metodo della semplificazione al fine di stringere i tempi nel recupero di punti del Pil già persi in questi mesi di pandemia. La crisi è una realtà e non una proiezione di qualcuno. Lo spettacolo indecoroso offerto in settimana da alcuni parlamentari che in aula si sono azzuffati dando fra l’altro luogo ai tanti vituperati assembramenti, non è certo un buon viatico verso quel clima di collaborazione fra maggioranza e opposizioni più volte auspicato dallo stesso presidente Sergio Mattarella.

Dalla Lombardia alla Sicilia, dall’esplodere della pandemia, i cittadini hanno dato grande prova di senso civico. Hanno rispettato le misure di distanziamento e di contenimento; hanno atteso con pazienza di poter tornare a fare sport e un minimo di vita sociale. E anche mostrato di sapersi districare nella giungla di decreti governativi e di ordinanze regionali e comunali. Ora vedono nuovamente minacciata la loro libertà per colpa di esigue minoranze di giovani superficiali e incuranti della delicatezza della situazione sanitaria. Giusto perseguire chi viola le norme mettendo a rischio la salute degli altri. Ma sbagliato criminalizzare intere categorie produttive che faticosamente stanno cercando di ricominciare a lavorare con serietà e impegno. La settimana che si apre sarà decisiva, sul fronte del monitoraggio dei contagi, per stabilire i criteri degli spostamenti fra regioni. Serve buon senso per bilanciare la tutela della salute e il dovere di far ripartire l’economia