Whirlpool conferma la chiusura della fabbrica di Napoli

La conferma dell'azienda al tavolo di confronto al ministero, 400 lavoratori attualmente in cassa perderanno il posto a luglio allo scadere del blocco licenziamenti

I lavoratori ex-Embraco Gruppo Whirlpool al ministero

I lavoratori ex-Embraco Gruppo Whirlpool al ministero

La Whiripool conferma la chiusura della fabbrica di Napoli. "Non vogliamo creare false aspettative, non abbiamo intenzione di far ripartire la produzione di lavatrici a Napoli nè nessun altra produzione. L'azienda non cambia posizione rispetto allo stabilimento di Napoli". Così , a quanto si apprende da presenti all'incontro, la multinazionale americana, Whirlpool, ribadisce la posizione al tavolo Mise.

Sono le indiscrezioni uscite dal confronto iniziato in videoconferenza al Mise sulla vertenza Whirlpool. Presenti la viceministra allo Sviluppo economico Alessandra Todde, l'azienda, i rappresentanti di ministero del Lavoro, azienda, Invitalia, Regioni Campania, Marche, Lombardia, Toscana e i sindacati. L'azienda ha sempre confermato la chiusura dello stabilimento campano e la viceministra Todde, che ha convocato questo e gli ultimi due tavoli, si era impegnata a presentare un piano entro marzo, ma la crisi di governo ha bloccato l'iter.

L'ultimo incontro si era tenuto a fine dicembre e Todde aveva ottenuto che l'azienda anticipasse il pagamento della cassa integrazione. Secondo quanto è trapelato, vi sarebbero più di un investitore interessato, tra cui la societa' Seri. Il ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, il 18 febbraio scorso aveva promesso "serietà, impegno e responsabilita' alle rappresentanze dei lavoratori Whirlpool", indicando "politiche economiche di rilancio insieme con il ridisegno di un piano di ammortizzatori sociali" da fare insieme con il Ministro del Lavoro. Intanto, la mobilitazione dei lavoratori non si e' mai fermata: dopo la manifestazione sotto il Mise il 18 febbraio scorso, i sindacati hanno promosso un'assemblea aperta il 9 aprile a piazza Plebiscito a Napoli, per chiedere una soluzione per i 400 lavoratori ora in cassa integrazione che saranno licenziati il primo luglio, quando scadrà il blocco dei licenziamenti.