Virma, cinquant’anni di meccanica:"Il futuro? La de-globalizzazione"

L’ad Serena Agostini: conti in crescita, obiettivo intercettare il ritorno della produzione dalla Cina

Serena Agostini nell’azienda di famiglia

Serena Agostini nell’azienda di famiglia

Sulbiate (Monza e Brianza) - Il traguardo dei 50 anni e ora il raddoppio. Virma, marchio brianzolo della meccanica di precisione, guarda avanti. "Il futuro si chiama de-globalizzazione. Ci prepariamo a intercettare la domanda dei grandi gruppi, pentiti, che lasciano la Cina per tornare a produrre in Europa – spiega l’ad Serena Agostini –. Il nostro piano di sviluppo arriva al 2032". La strategia nasce da una storia solida, il gruppo ha due stabilimenti, uno storico a Sulbiate, alle porte di Monza, l’altro in Bulgaria, aperto dal 2003. La pandemia è alle spalle, nel 2021 il fatturato è cresciuto del 37% raggiungendo i 18 milioni, il primo trimestre 2022 si è chiuso con un altro balzo in avanti, +24%, "in parte frutto dell’inflazione che ha alzato i listini, ma c’è stata anche una crescita reale". Si aspetta settembre però "per calcolare l’impatto effettivo dello scenario internazionale sui bilanci", spiega la manager che ha già impostato la nuova rotta: "Oggi per rimanere su un mercato che cambia sempre più velocemente la soglia minima è un giro d’affari di 50 milioni".

L’azienda con 58 dipendenti, 5 dei quali nella fabbrica dell’Est Europa, si prepara al grande salto. Con un occhio alle commesse, fra i clienti ci sono colossi come Abb e Bticino, "le loro richieste, spesso vere e proprie sfide, ci hanno messo di raggiunge altissimi livelli industriali". Per questo, ora, cambiare taglia non fa paura. Anche perché qui sono gli acquirenti "a invitarci ad attrezzarci per rispondere alle nuove esplosive richieste". A gettare le basi per arrivare al mezzo secolo di vita e passare il testimone alla seconda generazione è stato il padre di Serena, Eraldo Agostini. Nel 2007, dopo aver liquidato il vecchio socio è lui che intuisce che la strada giusta è quella che tante imprese familiari faticano a imboccare: managerializzare.

E il fondatore si butta senza pescare troppo lontano. Da allora nella squadra al comando ci sono anche nipote e genero, Luca Ferrario, direttore tecnico, e Roberto Portinari, responsabile della logistica. Il segreto del successo? "Non perdere mai di vista il core business e una gestione finanziaria prudente", sottolinea il team. Terzo elemento chiave, il personale, quasi tutto maschile "per la natura stessa del lavoro", età media 40 anni, turnover bassissimo. Il rapporto con le scuole tecniche lombarde "si è rivelato essenziale per assumere – conclude Agostini – siamo così integrati che gli insegnanti ormai sanno esattamente che tipo di professionalità servono e scremano alla base. Senza questo filo diretto faticheremmo a trovare figure adatte".