Lo strappo di Alois Lageder: i vini di punta escono dalla Doc Alto Adige

Le nuove annate delle linee 'Capolavori' e 'Composizioni' usciranno come Igt Vigneti delle Dolomiti. Il produttore: "Serve più libertà in vigna e in cantina"

I vigneti della Tenuta Alois Lageder

I vigneti della Tenuta Alois Lageder

Bolzano, 3 marzo 2021 - Dalla Doc Alto Adige alla Igt Vigneti delle Dolomiti, lo strappo della Tenuta Alois Lageder. Una delle cantine simbolo dell'Alto Adige, terroir di eccellenza vinicola, rompe col Consorzio, rivendicando maggiore libertà di nelle scelte di vendemmia e vinificazione. Le nuove annate delle linee 'Capolavori' e 'Composizioni', i vini di punta della cantina, usciranno con la nuova denominazione (anche se le uve rimangono al 100% altoatesine); sotto l'egida Doc rimarrà solo la linea classica. 

"Negli ultimi anni abbiamo avuto molti colloqui costruttivi con il Consorzio Vino Alto Adige e la Camera di Commercio di Bolzano - spiega  Alois Clemens Lageder - ma abbiamo scoperto di avere idee diverse in alcuni punti essenziali". In particolare, negli ultimi anni, soprattutto a causa del cambiamento climatico, le uve hanno raggiunto una maturazione aromatica precoce mantenendo bassi i livelli di zucchero e una buona acidità. Quando è nata la Doc, nel 1963, prevalevano condizioni generali diverse e siccome la denominazione definisce le zone di coltivazione e il regolamento che deve seguire il produttore anche sulle varietà di uva e su parametri come i valori di zucchero e alcol, secondo la cantina oggi è tempo di adeguarsi ai cambiamenti della natura. "In particolare - prosegue il produttore - per quanto riguarda il limite inferiore alcolico, ci manca il margine di manovra: se è possibile produrre vini pesanti a 15,5° alcolici nella Doc, allora dovrebbe essere consentito produrre anche vini con bassi valori alcolici. Soprattutto nel clima mutevole, questa è ancora più una sfida". 

L'azienda vorrebbe avere più gioco nella manovra anche in altri punti della classificazione Doc. "Proprio a causa del cambiamento climatico, dobbiamo essere aperti e percorrere nuove strade per poter enfatizzare la vivacità, la freschezza e la precisione dei nostri vini anche in futuro", aggiunge infatti Helena Lageder. Le possibilità di reagire al riscaldamento globale sono, ad esempio, la coltivazione ad altitudini più elevate o di nuovi vitigni, altri metodi di vinificazione e nuove cifre stilistiche. “Per questo vorremmo la libertà necessaria per tutti i viticoltori e per noi”, specifica sempre Helena Lageder.

La cantina vorrebbe comunque continuare a sviluppare le condizioni della Doc insieme al Consorzio: anche per questo Alois Clemens Lageder siede nel Consiglio di amministrazione. "Vogliamo assolutamente portare avanti il nostro confronto con il Consorzio - puntualizza - sicuramente alcune linee guida potranno essere modificate solo nel tempo ma non vediamo l'ora di contribuire a dare forma a questo percorso insieme e ci piace immaginare che tutti i nostri vini tornino alla denominazione d'origine Alto Adige in un futuro non troppo lontano".

Dal canto suo  Eduard Bernhart, direttore del Consorzio Vini Alto Adige, commenta: "Per il Consorzio Vini Alto Adige, la protezione della Doc ha la massima priorità, poiché si tratta di tradizione, origine, tipicità e qualità dei nostri vini. Come associazione di tutti gli attori centrali dell'industria vinicola altoatesina, seguiamo con grande attenzione le tendenze, i processi e altri temi, come i valori alcolici più bassi. Tuttavia, è chiaro che il Consorzio è anche l'interfaccia delle istituzioni, quindi deve tenere d'occhio i tempi tecnici così come le condizioni legali, per esempio quando si tratta della revisione dei regolamenti di produzione".