Milano, sono di gran moda i vestiti in affitto. Come funzionano le piattaforme online

Dal noleggio per un giorno all'abbonamento mensile, sempre più giovani scelgono un modello che sposa sostenibilità e qualità.

L'abbigliamento a noleggio spopola a Milano con Drip e Drexcode (Archivio)

L'abbigliamento a noleggio spopola a Milano con Drip e Drexcode (Archivio)

La principessa Kate, moglie del principe William d’Inghilterra, è recentemente apparsa, in occasione del gala dei premi Earthshot, con un abito noleggiato. Un fatto innovativo, che però, fotografa una tendenza già presente tra le nuove generazioni, in particolare a Milano, dove stanno nascendo sempre più relatà che offrono il servizio di noleggio abiti. La generazione Z è da sempre più propensa alla sharing economy, e ad una cultura del “non possesso”. Dallo streaming online (al contrario del possesso dei DVD), al car e bike-sharing, fino alla condivisione di alloggi turistici. Questo trend registra metriche di crescita esponenziali a Milano, dove operano diverse realtà, tra queste Drip, servizio “ad abbonamento” per lo streetwear, con focus sul mercato dell’uomo e Drexcode, armadio “virtuale” per i vestiti di lusso, con focus nell’abbigliamento femminile. Il Giorno ha intervistato le due realtà innovative per comprendere le opportunità di un mercato che sta spopolando a Milano. Drip: “A Millano la crescita più forte dello streetwear in abbonamento” Drip è una startup italiana che fornisce abbigliamento di marca, in stile sportivo-urban in modalità di abbonamento e da maggio ha visto una crescita mensile superiore al 30%. Tramite un’e-commerce è possibile selezionare felpe, jeans, magliette e abbigliamento di marchi come Balenciaga, Off White, molto popolari tra i giovani, e poter indossare i capi secondo piani di abbonamento mensili.

“Gen Z e Millennials sono i più interessati al nostro servizio. Queste generazioni hanno un potere d’acquisto di circa 200-250 al mese per acquisto di un prodotto. Noi offriamo varietà, con lo stesso importo possono indossare più di 70 prodotti. Milano è la città che risponde meglio a questo servizio, capitale della moda e in grado di capire i nuovi trend. È la città con più “early adopters” d’Italia” - racconta Augusto D’Auria, CEO e Co-Founder della società. La startup non offre solo risparmio, ma qualità e il servizio sembra essere apprezzato, con metriche di fedeltà commerciale molto elevate.

“La prima attività si è svolta acquistando i capi direttamente, senza rapporto con le aziende, questo è stato possibile perché i vestiti venivano noleggiati e non rivenduti. Ora abbaimo iniziato ad avere rapporti diretti con i brand”. Prosegue D’Auria. Drexcode Drexcode è società pioniera e leader in Italia per il noleggio di abiti “ready-to-wear” e accessori moda. Federica Storace, CEO e Co-Founder della società, ha identificato un’opportunità nella tendenza, oggi più forte rispetto al passato di acquistare capi di maggiore qualità che possano durare nel tempo.

“In questo nuovo contesto in evoluzione (sebbene l’Italia sia ancora un po’ indietro rispetto ai paesi anglosassoni e all’America) il noleggio di abiti ed accessori sta diventando un’alternativa all’acquisto, soprattutto in determinate occasioni. Per cui rispetto al passato crescono le clienti che ci scelgono, non solo per una scelta fashion (perchè si sono innamorate di un abito) e smart (cambiare look ogni volta, sperimentando sempre nuovi designer e nuovi stili), ma anche perchè aderiscono ad un nuovo modo di vivere la moda più etico e sostenibile, fatto di scelte semplici ma consapevoli: scegliere di noleggiare un look che indosseranno solo una volta, e di comprare solo ciò che indosseranno molto spesso”.

Milano è al centro di questa rivoluzione. Per Federica Storace la pandemia ha diffuso una nuova sensibilità: “Esiste un interesse crescente verso modelli di business circolari ed intrinsecamente sostenibili come il fashion Rental ed il second hand, e questo ne determina una crescita graduale, soprattutto nella città di Milano (in Italia la più recettiva alle nuova tendenze); tale crescita sicuramente è ancora lenta in Italia rispetto ad altri paesi. Sensibilità che esisteva anche prima del Covid, ma riguardava solo i consumatori più evoluti e che oggi è sempre più diffusa”.