
Un pugno serrato, recita un proverbio orientale, è ben più potente delle cinque dita che lo formano. Con questa consapevolezza ha appena preso vita Value in Action, la prima società consortile benefit a responsabilità limitata in Italia, che si occuperà di consulenza su un terreno relativamente nuovo e ricco di opportunità come la responsabilità sociale d’impresa. A comporla, proprio come le dita di una mano, saranno la capofila Action Agency, attiva nella comunicazione e fondata dall’attuale Ceo, Manuela Ronchi (nella foto), il polo di investimenti mobiliari Gfr e tre advisor specializzati in direzione e gestione aziendale come Nuovi Paesaggi, Create Value e Silaw Global Partnership.
Dottoressa Ronchi, essere i primi comporta degli oneri, ma è anche un onore.
"Esistono più o meno 250 società benefit nel nostro Paese, che utilizzano parte dei loro utili annuali per assolvere a missioni di carattere sociale, ma nessuna nella forma di una consortile, che ha il vantaggio, separando il carattere profit delle sue cinque anime da quello no-profit del consorzio, di poter investire il 100% dei propri guadagni su progetti che con il guadagno non hanno nulla a che fare. È un salto mentale, quello del profit for no-profit, ma il sistema Italia è pronto a compierlo".
Qual’è l’obiettivo?
"Dobbiamo tenere presente che la responsabilità sociale d’impresa, ormai, non è più solo una moda, ma è penetrata nel Dna stesso di tutte quelle imprese che desiderano essere al passo coi tempi e con i bisogni di un mondo in trasformazione. Non si può più pensare, quindi, di fare business con la mano sinistra e di pulirsi poi la coscienza con la destra, sposando cause nobili senza criteri seri e con il solo scopo di ben figurare. Quello che serve, invece, è puntare sulla progettualità".
Il punto di partenza è chiaro, ma, nello specifico, che cosa intendete creare?
"Il traguardo che immaginiamo, in due parole, è una crescita culturale dell’intero ecosistema industriale, da promuovere attraverso la formazione dei quadri dirigenti di chi chiederà il nostro aiuto, l’erogazione di borse di studio e corsi di specializzazione a braccetto con accademie e atenei e il perfezionamento della preparazione di figure specializzate come quella degli ormai onnipresenti Csr Manager, per tirare poi le fila dei risultati durante un evento liturgico annuale".
A tenere le redini del processo sarà un organismo di coordinamento.
"Lo abbiamo chiamato Agorà, come la piazza delle poleis elleniche, e si tratterà di un Advisory Club con funzione consultiva, deputato a fornire una supervisione tecnico-scientifica sulla scelta delle azioni e degli investimenti da intraprendere e sulle priorità da seguire. A formarlo sarà un parterre selezionato di personalità in vista appartenenti ai mondi dell’università, del giornalismo, dell’industria, dell’amministrazione e dell’arte, con la speranza di mettere a punto un modello che sia presto imitato e replicato da molti".
Sono concetti che nella congiutura attuale potrebbero dare una svolta.
"Ho sempre pensato che sia controproducente dipendere dall’incertezza. Quando è esplosa la pandemia e i nostri fatturati sono calati, quindi, ho deciso di dare una svolta senza attendere tempi migliori, mettendo in piedi qualcosa che fosse di ispirazione per i miei dipendenti e che desse, a un tempo, un segnale forte al mercato. Perché cambiare in meglio, a maggior ragione oggi, è la sola strada che possiamo percorrere".