Un vademecum per gestire le complessità del lavoro agile

Da quasi un anno le aziende italiane si trovano di fronte alla necessità di riorganizzarsi internamente con nuove modalità di lavoro e di interconnessione. Lo rileva un’indagine che Mansutti, storico broker assicurativo indipendente, ha realizzato tra dicembre e la prima metà di gennaio su un campione rappresentativo di oltre 30 imprese, affrontando il tema delle complessità da gestire nello smart working. Dalla ricerca emerge che il 60% delle aziende, in gran parte con un fatturato di oltre 10 milioni e con più di 50 dipendenti, nel post-pandemia continuerà a utilizzare questo strumento in percentuali non superiori al 20% della forza lavoro.

Ad oggi la conoscenza su come contrattualizzare il lavoro agile non è sufficientemente adeguata. Il 50% dei titolari d’impresa afferma infatti di non disporre di informazioni chiare e precise su forme e modalità attraverso cui regolarizzarlo; il 77% delle aziende ha dotato i propri dipendenti di strumenti idonei per svolgere l’attività lavorativa da casa; quasi un quarto delle aziende ha verificato gli spazi di lavoro, la connessione di rete e ha avviato attività di formazione tecnica e comportamentale. La maggioranza (il 56,7%) considera il lavoro da casa più uno svantaggio che un vantaggio, i titolari di azienda ritengono infatti che la flessibilità lavorativa abbia determinato maggiori carichi di lavoro.

I risultati dell’indagine hanno permesso a Mansutti di stilare un vademecum: sei step utili alle aziende per garantirsi rendimenti, continuità operativa, protezione asset e mitigazione di rischi e imprevisti in regime di smart working prolungato e nel passaggio da remote working al ritorno in ufficio per facilitare la transizione verso la ‘nuova normalità’. Inoltre ha dato vita a Workegg, un progetto di alleanza tra esperti legali, cybersecurity, tecnologia e management per agevolare efficaci politiche di smart change management.