Un unico Consorzio per tutelare il lambrusco Doc

Nuovo marchio per 60 cantine e 42 milioni di bottiglie

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Il lambrusco ha finalmente un consorzio di tutela unico di tutte le tipologie DOC dell’Emilia Romagna, nato dalla fusione di quelli provinciali di Reggio Emilia, Modena e del Reno. Raggruppa 60 cantine (di cui 27, a cui afferiscono circa 7000 viticoltori nel reggiano), che in totale producono all’anno 42 milioni di bottiglie, suddivise in otto denominazioni. Nuovo anche il marchio che caratterizzerà l’immagine coordinata dell‘organismo, presentato nel corso del consiglio di amministrazione la scorsa settimana: all’interno un capolettera L dalla forma ‘sinusoidaleª. "Una forma – spiega il presidente del Consorzio Tutela Lambrusco, Claudio Biondi – che vuole richiamare il movimento brioso delle bollicine presenti in tutte le versioni di Lambrusco e, allo stesso tempo, ricorda quasi un sigillo, come quelli in ceralacca che chiudono le lettere e i regali più intimi e preziosi". Tra le prime decisioni del consiglio di amministrazione la nomina del presidente Biondi – già presidente del Consorzio di Tutela del Lambrusco di Modena – unitamente a quella del vicepresidente Davide Frascari, già a capo del Consorzio per la Tutela dei Vini DOC Reggiano e Colli di Scandiano e di Canossa. Il nuovo organismo di tutela rappresenta otto denominazioni che si trovano tra Modena e Reggio Emilia per un totale di circa 16.600 ettari coltivati a vite e una produzione che nel 2020 ha superato del 3% i 42 milioni di bottiglie di Lambrusco DOC del 2019. "È un giorno importante per il nostro Consorzio, che inizia ufficialmente la sua attività– commenta Biondi – Quello che ha portato all‘unificazione del variegato mondo del Lambrusco è stato un percorso lungo: ora la sfida sarà definire le strategie di comunicazione e i progetti di promozione più efficaci, sia a livello nazionale che internazionale, continuando ad apportare un contributo in un settore che, come tutti, ha subito i contraccolpi della recente pandemia".