Nel tessile 20mila posti a rischio: per il rilancio servono 8 miliardi

Marino Vago, Sistema Moda Italia : "Consegnato al Governo un dossier con le nostre proposte"

Le aziende lombarde del tessile-abbigliamento sono 15mil

Le aziende lombarde del tessile-abbigliamento sono 15mil

Milano - Il settore tessile-abbigliamento rischia di pagare il conto più salato della pandemia. Non appena cesserà la moratoria sui licenziamenti, in Lombardia, prima regione manifatturiera d’Italia, potrebbero restare a casa in 20mila, il 20% dei 97mila addetti che lavorano per oltre 15mila imprese della regione, molte sull’orlo della chiusura. Uno tsunami economico che rischia di travolgere uno dei settori chiave del made in Italy. "Il TAM (acronimo per Tessile, Abbigliamento e Moda ndr.) non è solo fashion, ma rappresenta metà dell’avanzo della bilancia dei pagamenti, fino allo scorso anno 28 miliardi di euro – spiega Marino Vago, presidente di Sistema Moda Italia – Un’analisi del centro studi di Confindustria Moda conferma che la filiera del tessile-abbigliamento ha perso nel 2020 il 23,7% del fatturato rispetto al 2019, pari a un calo di 13,3 miliardi".

La previsione di un altro semestre negativo, il primo del 2021, ha spinto Sistema Moda Italia a realizzare, insieme con la Business School della Liuc, un dossier consegnato al Governo con proposte attivabili in tempi rapidi per interventi finalizzati al mantenimento ed alla crescita della filiera. Lo stato attuale del settore, senza interventi strutturali, prevede a livello nazionale nei prossimi 3 anni una perdita di fatturato rispetto al 2019 di circa 9 miliardi, la chiusura di circa 6.500 imprese (il 15%) con la perdita di 70mila posti di lavoro. "Al Governo abbiamo chiesto 8 miliardi d’investimenti complessivi per il rilancio strutturale della filiera – dice Vago – suddivisi in interventi di emergenza, per salvaguardare le professionalità e agevolare i processi di ristrutturazione; interventi di medio periodo, per favorire l’ìnnovazione creativa, la digitalizzazione e il recupero di competitività e interventi strategici di lungo periodo. Tanto più è competitiva l’azienda a monte tanto più è competitivo il percorso finale: eliminare le accise sull’energia potrebbe rendere più competitiva la filiera: la differenza oggi tra produrre qui e nel resto del mondo la fa il costo dell’energia".