Tav, completati gli scavi del tunnel di base sul lato francese

Abbattuta l'ultima parete di roccia, la soddisfazione della società incaricta dei lavori: pronti e operativi dal 2032

Tav, completati gli scavi sul lato francese

Tav, completati gli scavi sul lato francese

Oggi a Saint-Martin-la-Porte, in Francia, è stato completato lo scavo dei primi 10,5 km del tunnel di base della Tav Torino-Lione. Nella tarda mattinata, con una cerimonia alla presenza di Hubert Du Mesnil e Mario Virano, rispettivamente presidente e direttore generale di Telt, è stato abbattuto all'interno della galleria l'ultima parete di roccia che congiunge i 9 chilometri scavati dalla fresa e l'ultimo chilometro e mezzo realizzato con metodo tradizionale.

È stata questa la parte più complessa, in uno dei punti più delicati della montagna tra Francia e Italia per la presenza di una lunga faglia carbonifera. Si tratta, hanno sottolineato i vertici di Telt, la società incaricata di costruire e gestire la nuova infrastruttura, del secondo cantiere dei lavori definitivi dell'opera che si conclude "nel rispetto dei tempi e dei costi", dopo quello per la realizzazione del portale d'ingresso a Saint-Julien-Montdenis terminato nell'autunno 2021. Parallelamente sono già iniziati i lavori assegnati nel luglio dell'anno scorso per completare il tratto francese del tunnel in cui passeranno i treni. L'opera impegna attualmente oltre mille persone nei 10 cantieri aperti fra Italia e Francia.

"Oggi è per noi una giornata di grande soddisfazione - ha detto Virano - questo ultimo chilometro e mezzo di lavoro ci ha consentito di acquisire tutti gli elementi conoscitivi da mettere nei capitolati in modo che le imprese che devono scavare la galleria gemella a 50 metri di distanza (la seconda canna del tunnel, ndr) non abbiano più la scoperta delle criticità ma sappiano già quello che si troveranno e che cosa dovranno fare". "Tutti i tre miliardi e 300 milioni di euro di lavori che abbiamo appaltato - ha sottolineato Virano - sono in fase di avvio. Dovranno essere ordinate le frese, poi saranno l'installati i cantieri. E a fine anno chiuderemo la negoziazione della gara italiana: prevediamo di firmare il contratto all'inizio del nuovo anno, Ucraina permettendo sul fronte dell'approvvigionamento dei materiali". "La previsione - ha aggiunto - è quella di finire tutti i lavori nel 2030, compreso anche l'allestimento tecnologico. Poi ci sarà circa un anno e mezzo di pre-esercizio e di prove: saremo quindi pronti e operativi a partire dal 2032".

Virano ha spiegato che mentre con la fresa si scavava a un ritmo dai 15 ai 30 metri al giorno, con il metodo tradizionale del martellone idraulico la velocità scende a 30-50 centimetri al giorno. Per sostenere le pareti della galleria devono essere messe delle centine di acciaio che scorrono una dentro l'altra e possono deformarsi, in modo da non spezzarsi. Quando la montagna è assestata viene fatto il rivestimento in calcestruzzo che blocca il tutto. Si parte scavando una galleria di diametro piccolo, che viene via via rinforzata e allargata fino alla dimensione definitiva.