Tasse alle multinazionali, accordo al G7: una parte dei profitti ai singoli Paesi

Oltre il 10% dei margini di guadagno, una quota verrà destinata ai territori in cui si realizzano le vendite dei colossi, soprattutto quelli del digitale

Banconote da 500 euro (Ansa)

Banconote da 500 euro (Ansa)

Accordo al G7 delle Finanze a Londra su una posizione comune sulla riforma della tassazione sulle multinazionali, che riguarderà anche e soprattutto i giganti digitali. Lo ha annunciato il cancelliere dello Scacchiere britannico, Rishi Sunak, secondo cui si prevede una aliquota minima di "almeno il 15%" se non oltre in ogni Paese su questi gruppi, relativamente alle mega imprese con margini superiori al 10%. Secondo il ministro del Regno Unito, il 20% dei profitti superiori a questo 10% di margini sarà riallocato nei Paesi dove vengono realizzate le vendite.

"Ci siamo. Dopo 4 anni di battaglia un accordo storico è stato trovato con gli Stati membri del G7 sulla corporate tax minima sulle aziende e sui colossi del digitale. La Francia può essere orgogliosa", afferma il ministro dell'Economia francese, Bruno Le Maire, sottolineando il ruolo di Parigi nel cercare il delicato accordo.