Taglio delle tasse: ci sono 8 miliardi a disposizione. Ecco dove andranno

La cifra accantonata in un fondo dal governo. Le richieste delle parti sociali

Taglio delle tasse: in manovra 8 miliardi (Archivio)

Taglio delle tasse: in manovra 8 miliardi (Archivio)

Nella manovra che verrà approvata oggi dal consiglio dei ministri, per cui è attesa la convocazione in tarda mattinata, un capitolo sarà dedicato al taglio delle tasse. Di certo, per ora, c'è solo la cifra stanziata: 8 miliardi di euro. Per quanto riguarda i comparti su cui intervenire, il dibattito è ancora aperto. Nel governo, così come nella maggioranza e nelle categorie, con rappresentanze degli industriali, associazioni imprenditoriali e sindacati che chiedono attenzione per le loro istanze. 

L'esecutivo Draghi, quindi, per evitare rallentamenti, ha deciso di mettere a bilancio esclusivamente la cifra destinata al taglio, che verrà accantonata in un fondo. Le scelte verranno delineate con precisione nel corso del dibattito parlamentare - fra commissioni e aula - e attraverso un confronto con le parti sociali. Già ora, però, a sentire indiscrezioni e dichiarazioni dei ministri si possono individuare gli obiettivi generali.

  1. Famiglie
  2. Imprese
  3. Consumi
  4. Richieste

Famiglie

Fra i principali ambiti d'intervento dovrebbe esserci la riduzione del cuneo fiscale, ovvero la differenza tra lo stipendio lordo versato dal datore di lavoro e la busta paga netta ricevuta dal lavoratore. Le misure saranno inquadrate all'interno della riforma dell'Irpef. Obiettivo è la riduzione delle tasse per le famiglie, in modo da aumentare il loro potere d'acquisto (vista anche la possibilità di un aumento dell'inflazione. Attenzione, nei propositi del governo, dovrebbe essere riservata al ceto medio, con sgravi per i lavoratori che guadagnano fra i 28mila e i 55mila euro l'anno, con un abbassamento dell'aliquota Irpef al 38%. Questo provvedimento riguarderebbe una platea di circa 7 milioni di persone.

La speranza e la richiesta di molti è anche che si possano trovare i fondi per garantire un minimo di tranquillità in più alle fasce di popolazione che rischiano di scivolare nella povertà (o sono già in questa situazione), così come per i pensionati.

Imprese

Il governo, ascoltando almeno in parte la richieste delle associazioni imprenditoriali, dovrebbe accorpare Irap (l'imposta regionale sulle attività produttive) e Ires (l'imposta sul reddito delle società), una "mini-riforma" da tempo sul tavolo degli esecutivi che si sono alternati alla guida del Paese, anche se resta forte il pressing del mondo imprenditoriale per la cancellazione completa dell'Irap. Dal confronto in parlamento dovrebbe uscire anche l'eliminazione del Cuaf, il contributo per gli assegni al nucleo familiare, oggi a carico delle imprese.

Consumi 

Sono sicuri il rinvio al 2023 della plastic tax e dalla sugar tax, così come richiesto dalle aziende del settore e da alcuni settori della maggioranza (Forza Italia, per esempio, si è spesa molto sulla questione) e il taglio dal 22% al 10% dell'Iva sui prodotti assorbenti per l'igiene femminile, sforbiciata che allineerebbe l'Italia agli altri paesi europei. 

Le richieste

Non è ancora un "assalto alla diligenza", metafora spesso utilizzata per descrivere il pressing di categorie e lobby sulla politica nei giorni immediatamente precedenti il via libera alla manovra in parlamento, ma le parti stanno facendo sentire la loro voce. Il segretario della Cgil Maurizio Landini chiede di privilegiare le persone, piuttosto che le imprese. "C'è bisogno di aumentare il netto in busta paga dei lavoratori dipendenti e dei pensionati - ha detto ieri al Tg1 - Noi abbiamo chiesto al governo che gli 8 miliardi del taglio delle tasse vadano in questa direzione". Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, ha invece pungolato il governo a varare una manovra con "l'ossessione per la crescita". Quanto al taglio delle tasse previsto, è stato piuttosto tranchant. "Non l'abbiamo ancora capito", diceva tre giorni fa.