Auto, l'allarme sullo stop a diesel e benzina: "A rischio 20mila posti di lavoro"

Il grido di dolore di artigiani, micro e piccole imprese: un impiego su cinque salta. Manutentori in ginocchio

Dopo le misure varate dall’Europa, dal 2035 le auto a benzina e diesel usciranno di scena

Dopo le misure varate dall’Europa, dal 2035 le auto a benzina e diesel usciranno di scena

Milano - Un posto di lavoro su cinque è a rischio. Ventimila addetti - in valori assoluti - sui centomila impiegati in Lombardia nella filiera auto. Cna Lombardia - la Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa - ha calcolato l’impatto economico-occupazionale dello stop alle vendite di veicoli a benzina e diesel previsto nel 2035. L’effetto delle misure votate dal Parlamento europeo con il pacchetto “Fit for 55” - la riduzione delle emissioni di sostanze inquinante nell’aria entro il 2035 e il raggiungimento della neutralità climatica per metà secolo - viene definita "una chiusura concettuale improponibile" da Luciano Castellin, presidente regionale della categoria Meccatronici.

"Oltre a mettere in ginocchio tutta la filiera della componentistica legata all’endotermico, dalla produzione di cilindri, iniettori e pistoni, blocca, di fatto, lo sviluppo di sistemi basati su biocarburanti immediatamente disponibili per decarbonizzare e i nuovi carburanti non fossili, a basso contenuto di carbonio", sottolinea Castellin. In Lombardia sono 30mila le imprese attive nella flilera auto, di cui 13mila artigiane. Il 93% si occupa di manutenzione e riparazione.

"La nostra preoccupazione, che vorremmo fosse rappresentata dai nostri esponenti politici all’attenzione del Consiglio Ambiente Ue in programma martedì è che i regolamenti “Fit for 55” possano acuire la crisi di competitività del comparto delle micro e piccole imprese, colpendo settori già in grande difficoltà a causa delle conseguenze della pandemia, della crescita dei costi delle materie prime, della crisi di approvvigionamento dei semiconduttori e con le incognite di una guerra nel cuore dell’Europa ancora in corso – osserva il presidente regionale della categoria Meccatronici –. È apprezzabile e condivisibile il tentativo del Parlamento europeo di promuovere un’azione per limitare i danni del cambiamento climatico, ma dobbiamo fare i conti con tutte le criticità che un simile approccio non graduale, equo ed inclusivo per le Pmi può comportare per tutta la filiera dell’autoriparazione".