Como, l’innovazione è in bottiglia: i 130 anni della Spumador

"Vogliamo anticipare i gusti"

Da sinistra l’ad Roberto Rossi e Tullio Tiozzo direttore di produzione

Da sinistra l’ad Roberto Rossi e Tullio Tiozzo direttore di produzione

Cadorgao (Como), 18 maggio 2018 - Se vi sentite in colpa ogni volta che accostate alle labbra una bibita gassata il momento del riscatto è arrivato: questa estate potrete zittire gli amici salutisti o vegani sorseggiando una bibita biologica al chinotto o al sapor di limonata, aromatizzata allo zenzero. L’ultimo miracolo della Spumador, l’azienda comasca nata 130 anni fa con «ul sciampagn de la balèta», ovvero la gazzosa. «Il nostro segreto? Anzitutto ci piace il nostro lavoro, poi non ci stanchiamo mai di sperimentare e anticipare i gusti dei consumatori». Confessa l’amministratore delegato Roberto Rossi. Qualche volta alla Spumador sono stati talmente avanti da lanciare prodotti che avrebbero avuto successo solo anni dopo. È capitato con il latte di soia, che adesso è affiancato anche da quello di riso e avena. Solo uno dei mille prodotti che ogni giorno vengono imbottigliati nello stabilimento di Caslino al Piano, da dove nei periodi di picco escono sette milioni di bottiglie al giorno di bibite, succhi, acqua minerale e soft drink commercializzati anche a nome di altri marchi. «Non è importante il marchio sull’etichetta, ma il know-how che abbiamo sviluppato in tutti questi anni e mettiamo a disposizione dei clienti – spiega il direttore dell’azienda, Tullio Tiozzo – Pochi lo sanno ma siamo stati i primi, nel 1999, a installare la linea di produzione asettica per l’imbottigliamento in Pet di tè e succhi, che fino ad allora erano commercializzati solo in bottiglie di vetro».

La ricerca non si è mai fermata: ogni giorno ci sono 30 laureati che svolgono oltre un migliaio di campionamenti per garantire la qualità delle dieci acque minerali, dalla Sant’Antonio alla Recoaro passando per la Valverde che si beve nei ristoranti degli chef stellati, tutte imbottigliate con procedimenti che garantiscono la massima sterilità. Un’eccellenza che è piaciuta anche agli olandesi della Refresco, che nel 2011 ha acquisito la Spumador. Il colosso del beverage, numero uno al mondo per l’imbottigliamento per conto terzi, vanta un fatturato di oltre 4 miliardi di euro, diecimila dipendenti e 57 unità produttive nel mondo. «Ci troviamo benissimo in questa nuova realtà – conclude l’amministratore delegato – in una recente riunione ci hanno riconosciuto come il campione di innovazione in Europa. Rispettano il nostro lavoro e ci lasciano liberi nel cercare di fare il nostro meglio». E i risultati non sono mancati, lo scorso anno l’azienda di Caslino al Piano, alla quale fanno capo altri quattro stabilimenti in Italia (a Spinone Lago, Quarona Sesia, Sulmona e dall’agosto 2016 Recoaro Terme, riacquistata dalla Nestlè) ha prodotto un miliardo e 124 milioni di bottiglie, il 70% in più rispetto ad appena dieci anni fa, per un fatturato di 178 milioni di euro. Un buon motivo per festeggiare stappando una bottiglia della celebre spuma nera che compie ottant’anni.