SOSTENIBILITÀ, LA SPINTA POSITIVA DEL CONSUMATORE SOVRANO

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CIÒ CHE QUALCHE ANNO FA è stata la rivoluzione digitale, oggi è la sostenibilità. Per entrambi i fenomeni – con un percorso sorprendentemente simile – strategie, strumenti, parole prima tipiche di un mondo ristretto di imprenditori, manager e professionisti del settore diventano mainstream. In questa fase storica, è quasi impossibile ormai trovare una dichiarazione pubblica esponenti di politica, economia, accademia e media in cui non compaia il termine sostenibilità. Una bandiera da sventolare sempre e comunque, per rispondere ad un trend globale inarrestabile. Talvolta, una splendida scatola vuota utile a lisciare il pelo ad un’opinione pubblica che (in mancanza di tempo e competenze per approfondire) vive di parole-chiave. E sostenibilità è oggi, di gran lunga, la più affascinante di esse.

Secondo i dati del report annuale ‘Earth Day’ di Ipsos, sul piano politico l’attenzione per l’ambiente e per l’emergenza climatica è diventato il principale valore capace di unire i cittadini di tutto il mondo, mentre in ambito economico e sociale le richieste dei consumatori per pratiche più sostenibili delle imprese sono sempre più alte e stringenti. Sentiment dei cittadini e scelte della finanza globale, in questa vicenda, si muovono nella stessa direzione. Il fondo di investimento sovrano della Norvegia, uno dei più importanti al mondo con oltre mille miliardi di dollari gestiti, ha annunciato di recente di voler dire addio agli investimenti sugli idrocarburi che pure ne avevano determinato le fortune. Il fondo BlackRock, la più grande società di investimento globale, ha virato con decisione verso gli investimenti sostenibili. Bill Gates ha lanciato un appello a tutti i leader mondiali nel corso del vertice sul clima, organizzato dal presidente americano Joe Biden, ponendo l’accento sulla cooperazione internazionale e sugli investimenti nel binomio innovazione-sostenibilità. Se focalizziamo l’attenzione sul nostro Paese, la conoscenza del tema sostenibilità da parte degli italiani è cresciuta negli ultimi 7 anni dal 7% al 37%. Sono tre i driver che, secondo la preziosa indagine Ipsos, spingono il consumatore verso uno stile di vita sostenibile: la propensione a rispettare l’ambiente e le persone, che induce i consumatori a essere etici e a migliorare il proprio modo di relazionarsi con il mondo, la paura dei cambiamenti climatici, che porta a limitare l’impatto negativo sul pianeta, e infine la percezione di innovazione e alta qualità associata ai beni prodotti in modo sostenibile, che guida verso scelte di acquisto più responsabili.

Questa consapevolezza sostenibile degli italiani inizia a tradursi in comportamenti innovativi. Tra quelli che i connazionali ritengono oggi necessari, al primo posto ci sono: riciclare il più possibile (59%), comprare energia da fonti rinnovabili (49%) e sostituire la propria auto con un veicolo elettrico o ibrido (41%). Piuttosto impressionanti sono i dati del mercato dell’automotive. Nell’annus horribilis 2020 i modelli ibridi hanno segnato una crescita record, +103%, conquistando una fetta di mercato molto ampia, il 16% del venduto nel 2020, quasi il triplo della quota di mercato detenuta nel 2019. Le auto elettriche hanno registrato un +207% con 32.538 unità vendute nel 2020, di cui oltre 7.200 immatricolate a dicembre e un’impennata del 753% in confronto allo stesso mese di un anno prima. Contando anche le vendite delle auto ibride plug-in, le ibride che si possono ricaricare alla presa di corrente, l’elettrico in totale ha sfiorato 60.000 veicoli venduti in un anno, in crescita del 250% rispetto al 2019, per una quota di mercato del 4,3% (nell’anno precedente era inchiodata ancora alla fascia dello zero-virgola). Ugualmente significativo è il trend di crescita delle fonti di energia rinnovabili in Italia, che oggi soddisfano più del 35% della domanda di energia elettrica. Che la sostenibilità non sia soltanto una moda passeggera, è chiaramente indicato proprio dalle scelte di consumo in beni durevoli come l‘automobile. La spinta dei consumi è decisiva anche per coniugare all’interno delle imprese criteri Esg e competitività, ripagando i costi di produzione più alti. Se dunque il consumatore è sovrano, il suo regno sarà sempre più sostenibile. Un’ottima notizia per il futuro del mondo.

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