MOBILITÀ URBANA E SOSTENIBILITÀ, ECCO LE CITTÀ CHE DANNO L’ESEMPIO

Migration

NON SONO MOLTE le campagne di successo promosse dalla Commissione Europea per sensibilizzare i cittadini dell’Unione su temi ’di frontiera’. Tra le eccezioni positive c’è sicuramente la European Mobility Week, la settimana della mobilità sostenibile, che termina domani. Questa ventesima edizione ha coinvolto ben 2.638 città – tra cui 94 italiane – che hanno promosso nei giorni scorsi non soltanto le classiche giornate senza automobili ma anche una gamma amplissima di iniziative, dagli eventi culturali agli esperimenti pubblici sull’uso di nuove tecnologie, dalle attività sul tema dedicate ai bambini ad annunci istituzionali di misure a lungo termine per accelerare la transizione green dei trasporti urbani.

La questione è di vitale importanza per la sostenibilità dei nostri modelli di sviluppo e per la qualità della vita nelle nostre città. Oggi i trasporti consumano ben un terzo del totale dell’energia disponibile nell’Unione Europea. E mentre altri settori economici – come l’industria manifatturiera o la stessa industria per la produzione dell’energia – hanno ridotto fortemente negli ultimi decenni il livello delle emissioni inquinanti, il trasporto si è mosso in direzione opposta. Oggi autovetture, furgoni, camion e autobus che circolano nelle città producono oltre il 70 per cento delle emissioni di gas serra: non è possibile neanche immaginare città green e modelli urbani di economia circolare, se non si riuscirà a modificare radicalmente nei prossimi anni mezzi e abitudini della mobilità dei cittadini europei, soprattutto nel Sud del Continente.

La mobilità sostenibile nelle città europee, dunque, è la principale frontiera su cui si combatte oggi la battaglia per il raggiungimento degli sfidanti obiettivi dell’Unione in materia green, a partire da quello della ‘neutralità climatica’ (emissioni zero di gas serra) entro il 2050 e dal goal intermedio dell’abbattimento delle emissioni nette di gas serra del 55% rispetto ai livelli del 1990, da raggiungere entro il 2030. Ma dopo la tragedia della pandemia, la promozione di una mobilità più sostenibile è sempre più strettamente legata anche al livello di salute e di benessere dei cittadini europei. Garantire un efficiente sistema di trasporti green aiuta chi vive in città a migliorare la qualità della vita e del lavoro, consente anche ai più anziani di mantenere uno stile maggiormente attivo, e addirittura (secondo autorevoli studi di recente pubblicazione) riduce la depressione, lo stress e l’ansia.

I quartieri a misura di pedone permettono inoltre una maggiore interazione tra i vicini, accrescendo il senso di comunità nei residenti e producendo così benefici ulteriori per la salute e per la qualità delle relazioni sociali. Per supportare le città e i Paesi partecipanti nello sforzo di de-carbonizzazione della mobilità, uno degli obiettivi dell’European Mobility Week 2021 è stata la valorizzazione e la promozione a livello continentale di una serie di buone pratiche già adottate da alcune città-modello. Molto innovativo ad esempio è il progetto europeo More, che si propone di sviluppare un nuovo design urbano capace di migliorare la qualità della vita in strada e di ridurre il predominio del traffico: l’iniziativa testerà in città pilota come Budapest, Costanza e Lisbona nuovi strumenti di progettazione multimodale dello spazio urbano.

Tra le best practices compaiono anche strumenti e progetti come la "città dei 15 minuti" – rispetto alla quale il modello di riferimento in Europa è considerata Parigi – programmi di incentivazione dell’uso della bici come il cycle to work britannico e strategie di riduzione del rumore e dell’inquinamento dell’aria come i ‘superblocchi’ di Barcellona. Convincere i cittadini ad abbandonare le loro abitudini inquinanti è tuttavia operazione complessa, ancor più se consideriamo che l’età media dei cittadini europei è più alta di quella che si registra negli altri Continenti. Anche rispetto alle scelte di mobilità, molto più che blocchi, vincoli e divieti servono investimenti in infrastrutture green, incentivi e “spinte gentili” che rendano naturalmente più convenienti i comportamenti virtuosi. Rendere la nostra coscienza green compatibile con le scelte quotidiane: è questa la meravigliosa e terribile sfida dei Sindaci italiani ed europei dei prossimi anni.

fdelzio@luiss.it