MERKEL SPEGNE LE CENTRALI

LA CORSA DELLA GERMANIA a smantellare tutti i suoi impianti nucleari non ha come motivazione solo la paura di disastri come Fukushima. Il problema fondamentale del nucleare è che le nuove centrali atomiche sono diventate sempre più care e in alcuni Paesi gli impianti esistenti faticano a reggere la concorrenza delle rinnovabili, che invece diventano sempre più economiche. Questo è il caso degli Stati Uniti, il Paese leader del nucleare con 94 reattori in funzione, dove ben 39 impianti hanno chiuso in anni recenti. E ne chiuderanno presto altri, malgrado nel 2021 siano stati stanziati 6 miliardi di dollari per evitare nuove dismissioni. A livello mondiale la quota di elettricità atomica, che era arrivata a sfiorare il 18% del mix elettrico, sta calando e oggi si aggira sul 10%.

I pochi esempi di nuovi impianti in Europa e negli Usa sono molto eloquenti: in base all’accordo raggiunto tra la società elettrica francese Edf e il governo del Regno Unito per la costruzione del reattore nucleare di Hinkley Point, che si trascina da molti anni senza arrivare a conclusione, si prevede un prezzo di vendita dell’energia nucleare di 123 euro a megawattora, il doppio del prezzo dell’energia eolica inglese. Stesso discorso per la centrale atomica di Olkiluoto in Finlandia i cui lavori, iniziati nel 2005, dovrebbero terminare nel 2022 con un costo triplicato rispetto alle stime iniziali.

In Francia, il Paese europeo più esposto all’energia nucleare e fra i più avanzati nella produzione di reattori, infuria la polemica per i costi della centrale di Flamanville, in Normandia, dove Edf sta costruendo un reattore di terza generazione, l’Epr, per cui erano stati preventivati 3,4 miliardi di euro, già saliti a 12,4 miliardi per le innumerevoli panne tecniche, che hanno prolungato il cantiere di quasi 10 anni. La Corte dei conti francese, nel suo rapporto dell’anno scorso, stima che il costo dell’eletricità prodotta dall’Epr sarà attorno a 120 euo a megwattora, come per Hinkley Point, contro i 60 euro a megawattora dell’eolico francese e i 40 euro del solare locale.

Elena Comelli

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