LE NOSTRE AZIENDE IN RITARDO SUL CLIMA

EVENTI meteorologici estremi che colpiscono ogni angolo del mondo, rendendo di grande attualità le questioni climatiche e ambientali. Sono l’oggetto dello studio “EY Global Climate Risk Disclosure Barometer“ che analizza, su un campione di oltre 1.100 grandi aziende quotate in 42 Paesi, il livello di maturità delle aziende in tema di cambiamenti climatici rispetto alle raccomandazioni della Task Force on Climate-Related Financial Disclosure (Tcfd), framework di rendicontazione creato dal Financial Stability Board e sulla base di due criteri: copertura, ovvero il numero di raccomandazioni Tcfd affrontate nelle informazioni rese pubbliche da un’azienda; qualità, ovvero il grado di soddisfazione dei requisiti delle singole raccomandazioni Tcfd.

Secondo i dati raccolti risulta che per le aziende italiane analizzate (quasi 40 quotate di 10 settori differenti) il livello di copertura medio delle raccomandazioni Tcfd è del 63%, una percentuale inferiore rispetto alla media a livello mondiale (70% delle aziende) e del Nord-Europa (84%). Se si considera invece la qualità rispetto alle raccomandazioni Tcfd, la percentuale per l’Italia è del 42%, in linea con il dato globale. A livello italiano i settori i più maturi, sopra la media 2020, risultano essere quello dell’ingegneria&costruzioni, dell’energia e il manufatturiero. Il 40% delle aziende italiane, inoltre, utilizza analisi di scenario, una percentuale in linea con il resto del mondo. Dalle analisi di scenario si possono ricavare valutazioni qualitative e quantitative per aumentare la consapevolezza degli impatti del cambiamento sul business in modo da migliorarne il pensiero critico e l’approccio strategico.

Infine, un dato che fa riflettere è che a livello globale solo il 15% delle aziende analizzate dallo studio di EY riporta nella propria rendicontazione finanziaria informazioni legate ai cambiamenti climatici. Una percentuale che potrebbe subire, a livello europeo, una rapida crescita qualora venisse introdotto, nell’ambito del processo di revisione della Direttiva sulla Rendicontazione Non Finanziaria che dal 2017 obbliga gli enti di interesse pubblico di grandi dimensioni a fornire informazioni in merito ai criteri Esg, l’obbligo di rendicontazione dell’informativa di sostenibilità all’interno della relazione sulla gestione per tutte le aziende di grandi dimensioni.