IL BUSINESS TEME L’ALLARME VIRUS "GLI SPETTATORI? GLI ABITANTI DEL PIANETA"

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I GIOCHI OLIMPICI della pandemia stanno per aprirsi in una metropoli in stato d’emergenza, con una nuova ondata di casi di Covid-19. A pochi giorni all’inaugurazione, a cui dovrebbe partecipare anche l’imperatore Naruhito, Tokyo sta registrando oltre mille nuovi contagi al giorno, un picco che non si registrava dallo scorso gennaio (è di sabato scorso la notizia di tre contagiati all’interno del villaggio olimpico). Da qui la decisione di non consentire l’ingresso in Giappone agli spettatori stranieri. Una misura che costa il rimborso di 850 milioni per i 4,45 milioni di biglietti già venduti. Salvo altre improbabili disposizioni dovute alle pressioni dell’opinione pubblica, i 43 impianti allestiti per accogliere spettatori da tutto il mondo ospiteranno dunque solo un numero controllato di operatori e di pubblico locale. Questione di immagine, e di soldi. I costi di Toky0 2021 sono raddoppiati a oltre 15 miliardi di dollari rispettto ai sette miliardi messi in conto nel 2013, quando il Giappone si aggiudicò le Olimpiadi. Il governo giapponese ha investito 11 miliardi di dollari, 3,3 sono rientrati nelle casse del governo grazie agli sponsor, ma le assicurazioni coprono solo 1,4 miliardi di perdite in caso di cancellazione dell’evento: 800 milioni al Cio e 600 al governo.

"Credo nel potere dello sport, gli spettatori sono i 7,8 miliardi di abitanti del pianeta", ha detto la governatrice di Tokyo Yuriko Koike durante l’incontro con il presidente del Cio, Thomas Bach, che ha rivolto "un particolare ringraziamento alla gente di Tokyo e ai suoi molti eroi non celebrati: medici, infermieri e molti altri". Koike a sua volta ha ringraziato il Cio per l’aiuto nel rifornimento di vaccini per lo staff e i volontari dei Giochi, che saranno vaccinati quasi al 100%. Ma la situazione resta molto delicata, tanto che i fan saranno esclusi dai luoghi dei Giochi e la cosiddetta Tokyo Waterfront City, vicino al villaggio degli atleti e ai luoghi per lo skateboard e la Bmx, che aveva lo scopo di fornire un luogo vivace per i giovani, resterà chiusa.

Il Giappone, però, non si perde d’animo e – nonostante siano contrari otto giapponesi su dieci e le vaccinazioni coprano solo il 20% della popolazione, continua per la sua strada, con l’obiettivo di realizzare i Giochi olimpici più sostenibili di tutti i tempi. Per Tokyo 2020 sono state costruite otto nuove sedi e più di 11.000 atleti voleranno in Giappone, quindi all’apparenza quest’edizione non può definirsi sostenibile. Ma il Comitato Olimpico ha effettivamente avviato una serie di iniziative al fine di ridurre l’impatto ambientale di un evento sportivo di questo calibro, che descriviamo nella pagina accanto. Alcune di queste sono in atto da anni e l’ultima è stata la compensazione delle emissioni di gas serra che non si riusciranno a evitare. Le Olimpiadi saranno quindi effettivamente "a emissioni zero". Fin dalla candidatura della megalopoli, queste Olimpiadi sono state fortemente improntate a concetti di sostenibilità, eredità e ricostruzione, all’insegna dello slogan "Be better, together – for the planet and the people". Tutte le politiche che il Giappone ha avviato con la designazione di Tokyo come città olimpica mirano infatti al conseguimento di una sostenibilità ambientale, economica e sociale, e alla ricostruzione delle zone colpite da calamità naturali, come la regione del Tohoku, devastata dallo tzunami nel marzo 2011.

In onore di questa impronta sostenibile, sarà il premio Nobel per la pace Muhammad Yunus del Bangladesh a ricevere l’alloro olimpico alla cerimonia di apertura il 23 luglio. L’81enne Yunus, imprenditore sociale, banchiere ed economista, ha ricevuto il Premio Nobel per la pace nel 2006 per aver aperto la strada ai concetti di microcredito e microfinanza. Il presidente del Cio, Thomas Bach, ha affermato che Yunus è stato "una grande ispirazione per tutti noi. Aiuta gli atleti nella loro carriera post-sportiva a diventare imprenditori socialmente responsabili e condivide la nostra visione di come lo sport può contribuire agli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. In particolare, con Parigi 2024, sta contribuendo a costruire un nuovo modello per i Giochi Olimpici, con un impatto minimo per il pianeta e il massimo valore possibile per le persone del Paese ospitante".

Elena Comelli