GopPION CAFFÈ: "DA SEMPRE ABBIAMO SCELTO LA SOSTENIBILITÀ"

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Quella di Goppion Caffè è la storia di un’azienda nata poco dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, quando i fratelli Angelo e Giovanni, rientrando a Treviso dall’Etiopia, nel 1948 acquistarono la piccola Torrefazione Trevigiana Caffè, marchio al quale viene aggiunto il nome “Fratelli Goppion”. Negli stessi anni, Ottorino e Olivo partirono per il Venezuela, fondando a Caracas la torrefazione Cafè San Antonio – Hermanos Goppion. È a questo punto che ha inizio l’avventura della storica torrefazione trevigiana, un cammino che continua tuttora portando il caffè fatto a regola d’arte sulle tavole di chiunque apprezzi un gusto autentico, fatto di ricerca e stile, ma anche i valori della sostenibilità. A maggio del 1968 Goppion Caffè inaugura il nuovo stabilimento di Preganziol, già attivo con una delle prime linee di confezionamento sottovuoto in Italia, mentre a maggio del 2019 l’azienda apre a Vienna la sua prima filiale estera, la Goppion Kaffee GmbH. Ma la torrefazione trevigiana è anche, da sempre, votata a una produzione che segua principi etici e sia sostenibile. Nel 1987 Goppion, infatti, è stata la prima azienda in Italia a tostare chicchi provenienti da commercio equo-solidale, importati dal Sud del mondo per conto di Altro Mercato, all’epoca Cooperazione e Terzo Mondo. Un’esperienza dalla quale è nato Nativo, certificato nel 1996 da Faitrade.

Cosa è Nativo?

"È un caffè arabica al 100% – spiega Paola Goppion, una degli amministratori con carica di responsabile marketing e della comunicazione – coltivato seguendo i principi dell’agricoltura biologica. La materia prima è certificata Ccpb per il bio e Fairtrade per l’equo e solidale. Si tratta di una miscela composta interamente da chicchi provenienti dal Centro e dal Sud America dal gusto aromatico, il corpo leggero e dal basso contenuto di caffeina. Nel decaffeinato l’estrazione avviene con il sistema naturale, per mezzo del sistema della Co2, nel suo stato gassoso, garantendo una estrazione della caffeina e mantenendo inalterati le altre virtù".

Quali caffè produce la vostra torrefazione?

"Ne produciamo molti e diversi tra loro. Oltre a Nativo, abbiamo il caffè Espresso di Piantagione certificato CSC che sta per caffè speciali certificati: un percorso di qualità nato in Italia 25 anni fa, che che raggruppa una decina di torrefattori che lavorano e distribuiscono prodotti di alta qualità. Il nostro Espresso di Piantagione è una miscela composta da Arabica e Robusta selezionate, di origine Brasiliana, Centroamericana e Indiana, che in sostanza racchiude i caffè più buoni del mondo. Hermanos, invece, è la forza di un’unione tra due caratteri forti e decisi di continenti lontani: qui il Cerrado, Arabica brasiliano e il Cherry incontrano un Robusta indiano proveniente dalle regioni del Karnataka, unendosi in pari quantità per dare vita a una miscela corposa e persistente. Come due fratelli che mettono insieme i loro caratteri diversi in un abbraccio di sapori. Dolce invece è la prima miscela nata in casa Goppion: dal sapore intenso e vellutato, è composta da tre origini Arabica, scelte tra Honduras, Brasile e Etiopia, e da una percentuale e da una percentuale fino al 10% di caffè Robusta selezionato nell’isola di Flores".

Che cosa vuol dire per voi la sostenibilità?

"Sostenibilità non è soltanto un termine alla moda, oggi spesso abusato. È un modo di pensare che non si improvvisa, semmai si migliora. Da sempre cerchiamo di produrre senza inquinare, utilizzando quanta più possibile energia autoprodotta, tanto che dal 2011 produciamo l’80% dell’energia grazie a un impianto fotovoltaico, ma anche di lavorare in ambienti sani e in sintonia con le persone. La terra e l’uomo sono un tutt’uno: prenderci cura dell’ambiente cercando di produrre in maniera sostenibile significa abbracciare l’umanità, consegnare alle generazioni future un luogo dove vivere quanto più bello possibile. Per noi è impensabile scindere le due cose".

Dove si trovano le piantagioni da cui vi rifornite?

"Non abbiamo piantagioni di proprietà, acquistiamo dai nostri trader caffè con requisiti qualitativi molto alti. I nostri prodotti arrivano dal Centro America, dall’Etiopia e dal Brasile. I Robusta di alto profilo, invece, arrivano solo da India e Indonesia. Sono tutti caffè di altissima qualità, tostati con cura e conoscenza profonda del mestiere. Cerchiamo di fare educazione e divulgazione, sia tra i baristi sia tra i consumatori finali. È fondamentale, per noi, far capire che c’è caffè e caffè, e che la qualità è la caratteristica distintiva di Goppion". Siete tra i fondatori del Consorzio Tutela Caffè Espresso Italiano Tradizionale. Perché sarebbe importante veder riconosciuto l’Espresso Italiano come patrimonio immateriale dell’Unesco?

"Il nostro scopo è raccontare ai cittadini che nel rito del caffè espresso c’è tutto il genio italiano: è a Venezia che il caffè arrivò da lontano, diffondendosi poi nel resto dell’Europa. E sempre a Venezia nacquero i primi caffè letterari, luoghi di cultura e d’incontro dove si leggevano i giornali e si discuteva di politica, di scienze e di lettere. È in Italia che sono nati molti dei modi con cui prepariamo il caffè, dalla moka alle macchine più prestigiose per servire un ottimo espresso. Una vera e propria arte, un rito irrinunciabile per tutti gli italiani che ogni giorno si recano al bar per godersi un momento di convivialità. Siamo il Paese della creatività, che si esprime anche in una tazzina. Per questo motivo lavoriamo affinché tutti gli italiani conoscano e condividano l’orgoglio di un’eccellenza che ci ha reso famosi nel mondo".