CASA AZZURRI A PRATIBUS, RIGENERAZIONE CAMPIONE AGLI EUROPEI

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A PARTIRE DALL’11 GIUGNO, le nostre città si coloreranno d’azzurro e di tricolore per spingere la nostra Nazionale più avanti possibile nella battaglia per la conquista degli Europei di calcio. Ma comunque vada a finire, sarà un campionato ‘rigenerante’. Non solo per l’umore degli italiani, particolarmente colpiti e provati da 18 mesi di pandemia, ma anche rispetto ai nuovi standard che caratterizzeranno la manifestazione. Uno di questi merita una riflessione approfondita: per la prima volta ‘Casa Azzurri’ – il punto di contatto fisico tra Federazione Italiana Gioco Calcio e team della Nazionale da una parte, tifosi e appassionati dall’altra – sarà ospitata all’interno di una location urbana rigenerata, nel cuore di Roma. Si tratta di ‘Pratibus’, una ex rimessa dell’Atac abbandonata per anni a un degrado che sembrava inesorabile: oggi è un progetto di rigenerazione urbana temporanea di successo, realizzato da Urban Value e da Ninetynine sotto la brillante guida di Simone Mazzarelli, che hanno restituito alla Capitale un piccolo gioiello di architettura industriale trasformandolo in uno spazio flessibile e contemporaneo per la realizzazione di eventi di livello e di produzioni televisive e cinematografiche.

‘Pratibus’ è anche un modello di partnership tra pubblico e privato, in una città in cui queste iniziative sono ancora “rara avis” (per usare un eufemismo), che in due anni di attività ha generato circa 12 milioni di euro di indotto. Questa scelta simbolica, fortemente voluta dalla Figc, si inserisce all’interno di un macro-trend globale che sta cambiando profondamente il volto delle città occidentali e i loro canoni architettonici, urbanistici e abitativi. Nell’ultimo decennio la rigenerazione urbana è diventata a livello internazionale uno dei fenomeni più imponenti e pervasivi, non solo una moda ma un trend destinato a durare nel tempo perché intimamente connesso alla rivoluzione della sostenibilità e dell’economia circolare. Oggi non si limita più (come molti erroneamente pensano e scrivono) al principio del consumo zero di suolo, ma si pone obiettivi molto più ambiziosi: dal rilancio estetico delle città alla moltiplicazione del verde urbano, dal rafforzamento della partecipazione delle comunità nei progetti di riqualificazione e di creazione di nuove funzioni sociali alla creazione di hub fisici di giovani talenti e di competenze.

Ormai abbondano i modelli di riferimento, in particolare nel Vecchio Continente (vedi anche l’intervento di Enrico Cisnetto a pag. 19) Molto interessanti sono una serie di progetti di successo sviluppati in Germania come la ex fabbrica di cotone Spinnerei di Lipsia, diventato uno dei più importanti distretti multidisciplinari al mondo in cui iniziative di notevole qualità culturale convivono con il lavoro quotidiano di oltre 300 artisti ‘applicati’ alle esigenze di aziende come Amazon, Mercedes e Porsche, o come il vecchio porto fluviale di Amburgo che oggi è la sede di centinaia di imprese. L’Italia, nonostante isole felici ed eccezioni virtuose, è in significativo ritardo. Ma una forte spinta alla rigenerazione urbana nel nostro Paese – e un robusto aiuto alle imprese che operano nel settore – si materializzerà nei prossimi mesi grazie al piano pluriennale di Rinascita Urbana approvato dal Governo.

Particolarmente impattante dovrebbe essere il decreto del Presidente del Consiglio del 6 marzo 2021, che ha sbloccato ben 8,5 miliardi di euro di risorse pubbliche a favore dei Comuni per investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale. Il decreto metterà benzina nei motori degli 8 mila Comuni italiani, molti dei quali hanno fermi nel cassetto progetti di riqualificazione bloccati dalla penuria di risorse pubbliche e dall’incapacità di attrarre fondi privati, consentendo loro di finanziare anche interventi per il completamento delle cosiddette opere incompiute, vera e propria piaga nazionale con punte strazianti nel nostro Mezzogiorno. Dagli esempi ad alto valore simbolico alla rigenerazione urbana diffusa, la strada è lunga e tortuosa. Ma finalmente anche l’Italia l’ha imboccata con decisione.

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