Scadenze fiscali a dicembre 2022, dall'Imu all'Iva: ecco il calendario

Tutte le date da segnare durante l'ultimo mese dell'anno e la guida su come pagare

Tra pagamenti e scadenze, dicembre sarà un mese ricco di appuntamenti fiscali e contributivi. L’ultimo mese dell’anno è caratterizzato soprattutto dall’Imu e dall’Iva. Ecco le date chiave da segnare sul calendario. 16 dicembre: ad aprire le danze il 16 dicembre è il pagamento del saldo dell’imposta municipale unica (Imu). Si tratta della seconda rata che varia a seconda delle aliquote stabilite dal Comune dove è situato l’immobile. Nel caso in cui le aliquote per il 2022 siano aumentate rispetto a all’anno scorso, il contribuente dovrà versare anche il conguaglio ad integrazione dell’imposta pagata come acconto. L’imposta è dovuta dai soggetti che possiedono fabbricati, esclusa l’abitazione principale (a patto che non rientri nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9), aree fabbricabili e terreni agricoli. Così come per l’acconto, anche per il saldo si devono tenere presente i casi di esenzione e di riduzione: sono ad esempio esclusi dal pagamento dell’imposta i fabbricati dichiarati inagibili a causa del sisma del 2012, che ha interessato Emilia Romagna, Lombardia e Veneto. 16 dicembre: scattano, puntuali come al solito, anche i termini per gli adempimenti periodici di Irpef, Iva e contributi Inps. L’adempimento riguarda le partite Iva e i sostituti d’imposta. In merito all’Irpef, l’appuntamento con il Fisco è relativo al versamento delle ritenute alla fonte a titolo d’acconto operate dai sostituti d’imposta su: 1) redditi da lavoro dipendente e assimilati corrisposti nel mese precedente. Oltre alle ritenute, vanno versate anche le addizionali comunali e regionali; 2) redditi da lavoro autonomo corrisposti nel mese precedente, provvigioni per rapporti di commissione, di agenzia, di mediazione e di rappresentanza corrisposte nel mese precedente. Il codice tributo da utilizzare è 1040, mentre il periodo di competenza è il mese di novembre 2022. Lo stesso modello F24 è utilizzabile per provvedere al pagamento dei contributi Inps dovuti dal datore di lavoro sulle retribuzioni pagate nel mese di novembre. Per le partite Iva, invece, scatta la liquidazione mensile. Anche in questo caso dovrà essere utilizzato il modello F24, inserendo nella sezione “Erario” il codice tributo 6011. 27 dicembre: con qualche giorno di ritardo rispetto alla scadenza canonica, a causa delle festività natalizie, il 27 dicembre è il termine ultimo per l’invio degli elenchi intrastat. Sono interessati gli operatori intra-comunitari con obbligo mensile. L’adempimento consiste nella trasmissione degli elenchi di riepilogo delle cessioni di beni e delle prestazioni di servizi rese nel mese precedente alla scadenza nei confronti di soggetti Ue. Le modalità per provvedere all’adempimento sono due, entrambe telematiche: - Servizio Telematico Doganale E.D.I., il canale messo a disposizione dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli; - Servizio dell’Agenzia delle Entrate. 27 dicembre: due giorni dopo Natale bisogna pagare l’acconto Iva. Il termine riguarda sia le partite Iva con liquidazione mensile, sia quelle che hanno scelto quella trimestrale. Sono tre i metodi per il calcolo dell’imposta. Il primo è il metodo storico, in base al quale deve essere versato un acconto Iva pari all’88% dell’imposta pagata nel periodo precedente (mese o trimestre a seconda della tipologia di contribuente). Il secondo è il “metodo previsionale”, in base al quale l’acconto viene calcolato su una previsione delle operazioni che sono state effettuate nell’ultimo periodo dell’anno. La percentuale è sempre pari all’88% dell’imposta stimata. C’è infine il metodo analitico, che prevede il calcolo sulla base delle operazioni effettuate entro il 20 dicembre 2022. In questo caso, però, il contribuente dovrà versare il 100% dell’imposta. 31 dicembre: dopo la proroga stabilita dal Decreto semplificazioni, nell’ultimo giorno dell’anno scade il termine per la dichiarazione Imu 2022. Il termine ordinario è fissato al 30 giugno dell’anno successivo a quello in cui è iniziato il possesso dell’immobile o a quello in cui sono intervenute variazioni rilevanti che incidono sulla determinazione dell’imposta dovuta.