Santa Margherita senza confini: il vino conquista i mercati esteri

La società trainata dai 60 anni del Pinot Grigio e dai vitigni del Garda fattura quasi 200 milioni

Gaetano Marzotto, presidente di Santa Margherita Gruppo Vinicolo

Gaetano Marzotto, presidente di Santa Margherita Gruppo Vinicolo

Milano - Ha il carisma del leader, la capacità di vedere al di là dell’evidenza e il dono di guardare al Gruppo che guida come una grande famiglia: tanti figli e contano tutti. Anche se c’è un tempo, per ognuno di loro, di mettersi in evidenza. È così per il Pinot Grigio, perché celebra i suoi primi 60 anni ed è pure un’icona, come spiega Gaetano Marzotto, presidente di "Santa Margherita Gruppo Vinicolo", potenza assoluta, per produzione e fatturato, nella geografia vitivinicola italiana di fascia alta. "È il nostro vino-bandiera nel segmento upper-premium negli Usa, nei Caraibi e in Canada – racconta – fresco, fruttato, genuino e ad un prezzo invidiabile, ha tutto per convincere i nuovi mercati internazionali".

E l’oltre-frontiera diventa la misura per confermare lo stato di buona salute di una società da quasi 200milioni di fatturato e 690 ettari di vigne che ingloba dieci tenute tra Veneto, Alto Adige, Toscana, Sardegna, Sicilia e Lombardia e che proprio ad ovest del Mincio sta raccogliendo molte soddisfazioni. Marzotto si entusiasma quando parla del Groppello, vitigno a bacca rossa, che nella piccola Valtènesi, sponda bresciana del Garda, regala il Chiaretto, rosato dal colore pallido e discreto che ha la gentilezza dei vini poco palestrati e muscolari. "Proprio per questo piace. In Italia ma anche all’estero dove le giovani generazioni chiedono vini di qualità ma sempre più di facile beva", assicura il presidente e proprietario del Gruppo Santa Margherita assieme ai fratelli Stefano, Nicolò e Luca Marzotto. Questo, per la gioia di CàMaiol, ultramoderna azienda agricola di Desenzano da 110 ettari e 1,4 milioni di bottiglie l’anno e uno degli ultimi cammei del Gruppo che ha fatto di questa acquisizione (nel 2017) sulle colline moreniche e meridionali del Benaco un vanto. Cantina peraltro nobilitata dalla produzione del Lugana, vino delicato, sapido e di un’eleganza aromatica, "tra i best seller sui mercati già amici come quelli tedeschi e italiani ma con riscontri eccellenti anche sui mercati cinese e australiano".

E se le sponde del Garda sono tra le nuove passioni di un Gruppo da podio che piazza ogni giorno 57mila sue bottiglie in 96 Paesi, il batticuore è per i grandi vini della penisola: per il Prosecco, per il Pinot Grigio e per il Chianti, ma anche per le bollicine, pregiate e franciacortine, che escono da Ca’ del Bosco, brand entrato a fare parte di Santa Margherita Gruppo Vinicolo nel 1994 al 60% (il 40% di compartecipazione è di Maurizio Zanella, con la sorella Emanuela, fondatore della prestigiosa tenuta di Erbusco) e che strappa a Gaetano Marzotto considerazioni prolungate, quanto quelle sui valori non barattabili: l’imprinting sostenibile e green del Gruppo, il programma di "Carbon Neutrality" più vasto mai realizzato da una cantina italiana e il legame con i diversi territori in cui il Gruppo opera. "Il Metodo Classico è ormai uno dei punti di forza della nostra espansione all’estero, tant’è che l’export di Ca’ del Bosco tocca il 20% della sua produzione con una penetrazione decisamente sopra la media della Franciacorta", commenta. Santa Margherita Gruppo Vinicolo punta a chiudere con una forte crescita il 2021 rispetto al 2020 ma anche al 2019, grazi ad un trimestre giugno-settembre da mettere in bacheca.