Ecco chi non pagherà cartelle esattoriali e tasse: rottamazione, condono, sanzioni e rate

La Manovra economica varata dal Governo Meloni ha stabilito cifre e date sotto le quali saranno cancellati i debiti

La manovra varata dal consiglio dei ministri di domenica 21 novembre 2022 prevede diversi interventi nel campo delle pensioni, reddito di cittadinanza, taglio al cuneo fiscale e anche un "mini condono" o "rottamazione" delle cartelle esattoriali. Quali saranno cancellate? Chi le dovrà pagare? Quali saranno le sanzioni applicate? Come saranno rateizzate? Cerchiamo di fare un po' di chiarezza.

La rottamazione del Governo Meloni
La rottamazione del Governo Meloni

Cos'è una cartella esattoriale?

La cartella esattoriale è un atto di intimazione al pagamento e di avviso di mora diretta al cittadino contribuente con cui l’Agente della riscossione (l'Agenzia delle entrate) chiede il pagamento di quanto dovuto alla Pubblica Amministrazione

​Chi invia la cartella esattoriale?

La cartella di pagamento è l'atto che Agenzia delle entrate-Riscossione invia ai contribuenti al fine di recuperare i crediti vantati dagli enti impositori (Agenzia delle Entrate, Inps, Comuni...).

Le more

Chi paga in ritardo rispetto le scadenze indicate nel documento deve versare more e interessi secondo quanto riportato dalla tabella dell'agenzia delle entrate.

Il mini condono del governo Meloni

La manovra 2022 del Governo Meloni prevede la cancellazione di alcune cartelle, la rateizzazione di altre (senza applicazione di more o interessi) e un mini condono dei debiti non versati nel biennio "del Covid", 2019-2020.

Le cartelle sotto i 1000 euro

Le cartelle esattoriali fino a 1000 euro che riguardano periodi fino al 2015 (non rientrano quelle dal 2016 in poi per intenderci) saranno cancellate.

Le cartelle sopra i 1.000 euro

Per le richieste inviate dall'Agenzia delle Entrate, sempre riferite a periodi precedenti al 2015, che superano i 1.000 sarà invece dovuto l'intero importo senza però che sianno applicati interessi e sanzioni. Gli importi potranno essere rateizzati in 5 anni.

I debiti (tasse non pagate) del 2022

Per i debiti con le amministrazioni pubbliche e gli enti che non sono ancora oggetto di cartelle esattoriali è prevista la rateizzazione dei pagamenti fiscali non effettuati nel 2022 senza aggravio di sanzioni e interessi per chi a causa dell'emergenza Covid, caro bollette e difficoltà economiche non ha versato le tasse.

Debiti del biennio 2019-2020

Per le tasse non ancora versate nel "biennio Covid" è previsto una sorta di mini-condono con una mini sanzione del 3% sulle somme dovute e la rateizzazione fino a 5 anni del debito. "Ci sono tanti contribuenti che nei modelli di denuncia dei redditi tra il 2019 e il 2021 hanno dichiarato tutto, ma poi non sono riusciti a versare le imposte dovute. Ad esempio, - ha spiegato il viceministro all'Economia Maurizio Leo - a causa del Covid. E allora noi diamo la possibilità di saldare il debito col fisco in cinque anni e con una sanzione del 3%".

Crediti non esigibili

Le motivazioni della cancellazione delle cartelle sotto i 1000 euro antecedenti il 2015 sono state spiegate sempre dal viceministro all'Economia: "Sono cartelle non più esigibili, le togliamo perché sono pure passati i 7 anni. Inesigibili magari perché nel frattempo il contribuente è morto o le aziende fallite". Secondo il viceministro c'è la necessità di  "togliere di mezzo questo stock imponente, circa 1.132 miliardi di carichi affidati all'agente di riscossione, di cui secondo la Corte dei Conti solo il 6-7% è riscuotibile: quindi dobbiamo smaltire l'inesigibile, non possiamo tenere ancora questo stock di cartelle".

Il trucchetto dei furbetti

Il Governo parla di "stralcio delle cartelle di piccolo importo, fino a 1.000 euro, ma l`ultima volta che l`hanno fatto, nel 2019, sono stati ben 7 milioni su 12,5 (il 56%) i contribuenti che sommando singoli debiti inferiori ai 1.000 euro hanno ottenuto un regalo fiscale molto più alto", così ha commentato l'ex sottosegretario al ministero dell'Economia e deputata Pd-Idp, Maria Cecilia Guerra, su Twitter.