Riscatto della laurea 2021 all'Inps: agevolato o gratuito? Progetti, costo, a chi conviene

Dopo la decisione del governo di eliminare quota cento si ragiona su possibili uscite anticipate dal mondo del lavoro: fra queste la riforma del riscatto della laurea

Una sede Inps

Una sede Inps

Il Pnrr (Piano nazionale di rilancio e resilienza) legato ai Recovery fund europei appena approvato dal Parlamento italiano prevede una serie di riforme. Fra queste anche quella del sistema pensionistico. In particolare sarà abolita Quota 100. Ciò a portato a discutere di come potrà essere ridefinito un sistema che permetta, non a tutti, ma a particolari categorie (lavori usuranti e donne) di accedere alla pensione agevolata con ad esempio 62 anni di età anagrafica e 41 di età contributiva.

Riscatto della laurea

Fra le ipotesi allo studio c'è anche quella di riformare il sistema per il riscatto della laurea. Cioè la possibilità (per ora pagando) di ottenere uno sconto per ogni anno (fino a un massimo di 5 anni, esclusi quelli fuori corso) sull'età della pensione. Molti vorrebbero il riscatto gratuito della laurea ma per il momento, per il 2021, è stato introdotto un sistema agevolato che permette di riscattare gli anni (massimo 5) versando fino a 25 mila euro mentre, con i calcoli tradizionali (parametrati alla retribuzione effettiva), si poteva arrivare a cifre anche di 80 mila euro.

Quanto costa: gli esempi

Ma quanto costa attualmente riscattare una laurea con il sistema agevolato? Per il 2021, secondo le indicazioni dell'Inps il costo è pari a 5.264,49 euro per ogni anno di laurea. La norma prevede che non possano essere riscattati gli anni "fuori corso" quindi si va da un massimo di 26.322,45 euro per un corso di laurea di 5 anni a un minimo di 21.057,96 per un corso di 4 anni.

La cifra in questione può essere rateizzata, senza applicazione di interessi, fino a un massimo di 10 anni. Facendo due rapidi calcoli utilizzando tutti i 10 anni di rateizzazione si otterrebbe una cifra intorno ai 220 euro al mese per una laurea di 5 anni e di circa 175 euro per una di 4 anni (centesimo più centesimo meno). Il contributo annuale agevolato può essere dedotto al 100% dall’imponibile fiscale. Se uno non riuscisse più a pagare o volesse rinunciare dopo aver avviato i pagamenti e la rateizzazione i periodi fino a quel punto riscattati rimarrebbero validi come sconto sull'età pensionabile.

I requisiti

Il riscatto del corso di laurea è un istituto che permette di valorizzare ai fini pensionistici il periodo del proprio corso di studi. Il riscatto di laurea è valido a condizione che l’interessato abbia conseguito il titolo di studio. L’articolo 20, comma 6, decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4,convertito con modificazioni dalla legge 26/2019, ha introdotto il riscatto di laurea cosiddetto agevolato per i periodi che si collochino nel sistema contributivo della futura pensioneChi richiede il riscatto agevolato della laurea deve essere privo di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 e non già titolare di pensione. Sono esclusi gli iscritti esclusivamente alle casse professionali, quindi i liberi professionisti ordinisti. Tradotto: deve aver cominciato a lavorare dopo il 1996. In questa ipotesi, l'onere è determinato sul minimale degli artigiani e commercianti vigente nell’anno di presentazione della domanda e in base all’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche vigente, nel medesimo periodo, nel Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti (FPLD). L’importo retributivo di riferimento è rapportato al periodo oggetto di riscatto ed è attribuito temporalmente e proporzionalmente ai periodi medesimi. Il contributo è rivalutato secondo le regole del sistema contributivo, con riferimento alla data della domanda.

Per il 2021 il reddito minimo annuo da prendere in considerazione ai fini del calcolo del contributo IVS dovuto dagli artigiani e dai commercianti è pari a 15.953 euro. A questo importo va applicata l'aliquota del 33%. Quindi, per le domande presentate nel corso del 2021, il costo per riscattare un anno di corso è pari a 5.264,49 euro.

A chi spetta

Possono riscattare la laurea tutti coloro che abbiano conseguito il diploma di laurea o titolo equiparato. La facoltà è esercitabile anche dai soggetti inoccupati che, al momento della domanda, non risultino essere stati mai iscritti ad alcuna forma obbligatoria di previdenza e che non abbiano iniziato l'attività lavorativa in Italia o all’estero.

I titoli di studio validi

Si possono riscattare:

  • I diplomi universitari, i cui corsi non siano stati di durata inferiore a due e superiore a tre anni.
  • I diplomi di laurea i cui corsi non siano stati di durata inferiore a quattro e superiore a sei anni.
  • I diplomi di specializzazione conseguiti successivamente alla laurea e al termine di un corso di durata non inferiore a due anni.
  • I dottorati di ricerca i cui corsi sono regolati da specifiche disposizioni di legge.
  • I titoli accademici introdotti dal decreto 3 novembre 1999, n. 509 ovvero Laurea (L), al termine di un corso di durata triennale e Laurea Specialistica (LS), al termine di un corso di durata biennale propedeutico alla laurea.

Per quanto riguarda i diplomi rilasciati dagli Istituti di Alta Formazione Artistica e Musicale, possono essere riscattati ai fini pensionistici, secondo le vigenti disposizioni in materia, i nuovi corsi attivati a decorrere dall'anno accademico 2005/2006 e che danno luogo al conseguimento dei seguenti titoli di studio:

  • Diploma accademico di primo livello
  • Diploma accademico di secondo livello.
  • Diploma di specializzazione.
  • Diploma accademico di formazione alla ricerca, equiparato al dottorato di ricerca universitario dall’articolo 3, comma 6, decreto del Presidente della Repubblica 8 luglio 2005, n. 212 (messaggio 14 giugno 2010, n. 15662).

I diplomi accademici rilasciati dalle predette Istituzioni A.F.A.M, conseguiti in base all’ordinamento previgente all’entrata in vigore della legge n. 508/1999, possono essere riscattati alle condizioni indicate nella circolare 21 agosto 2020 n.95.

Cosa non vale

I periodi che non danno possibilità di riscatto:

  • Iscrizione fuori corso.
  • Periodi già coperti da contribuzione obbligatoria o figurativa o da riscatto che sia non solo presso il fondo cui è diretta la domanda stessa, ma anche negli altri regimi previdenziali richiamati dall’articolo 2, comma 1, decreto legislativo 30 aprile 1997, n. 184 (Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti e gestioni speciali del Fondo stesso per i lavoratori autonomi e fondi sostitutivi ed esclusivi dell'Assicurazione Generale Obbligatoria per l'invalidità, la vecchiaia e i superstiti e gestione di cui all'articolo 2, comma 26, legge 8 agosto 1995, n. 335).

Quanto si può riscattare

Il riscatto light della laurea è applicabile anche per i corsi di studio prima del 1996. In questo caso bisogna optare per il calcolo contributivo degli anni di contributi previdenziali. Bisogna avere meno di 18 anni di contributi versati prima del 1996, almeno 15 anni di contributi versati alla data della richiesta del riscatto e almeno 5 anni di contributi versati dopo il 1996. Per gli anni per cui si richiede il riscatto non bisogna aver versato contributi (gli studenti lavoratori non possono farlo). Al momento della domanda di riscatto degli anni di laurea bisogna essere titolare di almeno un contributo obbligatorio nell’ordinamento pensionistico in cui viene richiesto il riscatto. Chi non ha mai versato contributi all’Inps non può godere del riscatto low cost della laurea.

 

Periodi di studio universitario all'estero

Per i periodi di studio universitario compiuti all’estero  c'è la ratifica e l’esecuzione della convenzione sul riconoscimento dei titoli di studio relativi all’insegnamento superiore nella regione europea, fatta a Lisbona l’11 aprile 1997, e detta norme di adeguamento dell’ordinamento interno. Il decreto del Presidente della Repubblica 30 luglio 2009, n. 189, in esecuzione dell’articolo 5 della predetta legge, disciplina tra, l’altro, il procedimento per il riconoscimento dei titoli di studio e dei relativi curricula studiorum ai fini previdenziali.

I titoli accademici conseguiti all’estero non hanno valore legale in Italia, salvo il caso di legge speciale o di accordi bilaterali.

I titoli universitari conseguiti all’estero sono riscattabili qualora siano stati riconosciuti da università italiane o, comunque, abbiano valore legale in Italia. Detti principi sono confermati per la generalità dei titoli stranieri ma non sono più operativi per i titoli ai quali è applicabile il d.p.r. 189/2009.

Le valutazioni concernenti il riconoscimento ai fini previdenziali dei suddetti titoli e dei relativi curricula studiorum sono state rimesse alla competenza del Ministero dell’Istruzione, dell'Università e della Ricerca (articolo 1, comma 1, e articolo 3, comma 1, lettera b), d.p.r. 189/2009).

Pertanto, i periodi di studio in questione sono riscattabili solo quando siano oggetto di specifico riconoscimento a fini previdenziali (articolo 3, comma 1, lettera b), d.p.r. 189/2009 che si applica esclusivamente ai titoli di studio accademici esteri rilasciati nei paesi aderenti alla “Convenzione di Lisbona dell’11 aprile 1997” (art.1, comma 2). Qualora si debba procedere, la struttura INPS territorialmente competente invia al Ministero l’istanza espressa dell’interessato volta a ottenere il riconoscimento del titolo “ai fini previdenziali”.

I soggetti inoccupati

Il riscatto di laurea richiesto da soggetti inoccupati può essere esercitato dunque dai soggetti non iscritti ad alcuna forma obbligatoria di previdenza (ricevono già una pensione) che non abbiano iniziato l'attività lavorativa in Italia o all’estero.  La facoltà è esercitabile da coloro che, al momento della domanda, non risultino essere stati mai iscritti ad alcuna forma obbligatoria di previdenza, inclusa la Gestione Separata di cui all’articolo 2, comma 26, legge 8 agosto 1995, n. 335 e che non abbiano iniziato l'attività lavorativa, in Italia o all’estero.

Nelle ipotesi di riscatto di laurea richiesto da soggetti inoccupati, l'onere è costituito dal versamento di un contributo, per ogni anno da riscattare, pari al livello minimo imponibile annuo degli artigiani e commercianti moltiplicato per l'aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche dell'Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO), vigente nell'anno di presentazione della domanda. Il contributo è versato all'INPS in apposita evidenza contabile separata del Fondo Pensione Lavoratori Dipendenti (FPLD) e viene rivalutato secondo le regole del sistema contributivo, con riferimento alla data della domanda.Il montante maturato è trasferito, su domanda dell'interessato, presso la gestione previdenziale nella quale l’interessato sia o sia stato iscritto.

La domanda

Come fare domanda all'Inps per il riscatto agevolato della laurea? Può essere fatta online accedendo con il Pinal sito dell’Inps (ci si può rivolgere ai Caf per un aiuto pratico). Fatta la domanda, l’Inps verifica i documenti depositati e i requisiti, accertandosi dell’avvenuto versamento di almeno un contributo previdenziale obbligatorio. Successivamente, invierà i bollettini Mav da pagare insieme al provvedimento di accoglimento della domanda.

Il pagamento dell'onere si effettua utilizzando l’Avviso di pagamento pagoPA.. L’accesso al Portale dei Pagamenti è possibile anche con il codice fiscale e il numero pratica indicato nel provvedimento inviato dall’Istituto. In alternativa, è possibile richiedere l’invio tramite posta o email dell’Avviso di pagamento pagoPA al Contact center chiamando al numero 803 164, gratuito da telefono fisso, oppure al numero 06 164164 da cellulare, con tariffazione stabilita dal proprio gestore.

È possibile pagare gli Avvisi di Pagamento PagoPA:

  • online dal sito www.inps.it, accedendo con le modalità sopra riportate, seguendo il percorso Prestazioni e servizi >Tutti i servizi > Portale dei pagamenti > Riscatti, Ricongiunzioni e rendite, tramite la modalità “Pagamento online pagoPA”, utilizzando la carta di credito/debito, addebito in conto corrente e altri metodi di pagamento.
  • attraverso canali sia fisici che online di banche e altri PSP (Prestatori di Servizio di Pagamento), come ad esempio:
  • agenzie della banca
  • home banking del PSP (riconoscibili dai loghi CBILL o pagoPA)
  • sportelli ATM abilitati delle banche
  • punti vendita SISAL, Lottomatica e Banca 5
  • uffici postali

La lista dei canali di pagamento è disponibile sul sito Internet del sistema pagoPA all’indirizzo www. pagopa.gov.it.

È possibile effettuare il pagamento rateale anche mediante addebito diretto sul conto. È sufficiente recarsi nell’agenzia bancaria o nell’ufficio postale presso cui si ha il conto e compilare un modello SDD. Il modello dovrà contenere l’opzione a importo fisso predefinito, che implica la rinuncia al diritto di rimborso dell’addebito entro le otto settimane (decreto legislativo 27 gennaio 2010, n. 11). Affinché l’addebito SDD vada a buon fine è necessario che l’operatore dell’agenzia bancaria o dell’ufficio postale non inserisca limiti di frequenza mensile di addebito o altri vincoli sul mandato (importo massimo, numero massimo di addebiti…) che impediscano il completamento della transazione.

Una volta comunicata l’autorizzazione dell’addebito, l’INPS invierà una lettera di conferma indicante il mese di attivazione del servizio e gli importi relativi alle scadenze dell’anno. In attesa della lettera di conferma spedita dall’INPS, si dovrà continuare a effettuare i pagamenti utilizzando con le altre modalità di pagamento indicate, rispettando le scadenze mensili.

Dalla data di attivazione del servizio non si dovranno più utilizzare le altre modalità di pagamento per le rate con scadenza successiva all’attivazione dell’addebito stesso. Si consiglia, in ogni caso, di verificare sempre che l’addebito sia effettuato correttamente e di informare gli uffici INPS di eventuali anomalie.

L’addebito automatico potrà essere revocato dal contribuente in qualunque momento, con comunicazione tempestiva all’agenzia bancaria o all’ufficio postale. Le restanti rate potranno essere pagate con le altre modalità di pagamento.

All’inizio dell’anno solare successivo ai versamenti, l’attestazione utile ai fini fiscali è visualizzabile nel Portale dei pagamenti seguendo il percorso. Per le domande presentate a decorrere dal 1° gennaio 2008, gli oneri da riscatto per il corso di laurea possono essere versati ai regimi previdenziali di appartenenza in unica soluzione ovvero in 120 rate mensili senza l'applicazione di interessi per la rateizzazione. È confermata la possibilità che l’interessato eserciti la facoltà di estinguere il debito anche in un numero minore di rate e comunque senza applicazione di interessi. Resta fermo che il pensionato non potrà chiedere il pagamento rateale e che il pensionamento implica la decadenza dal beneficio della rateizzazione eventualmente in corso, con conseguente obbligo di pagamento del capitale residuo in unica soluzione.

Il mancato pagamento dell’importo in unica soluzione o del versamento della prima rata è considerato come rinuncia alla domanda che viene archiviata dall’INPS senza ulteriori adempimenti. La rinuncia non preclude la possibilità di presentare una nuova domanda di riscatto per lo stesso titolo e periodo. In tal caso l’onere di riscatto verrà rideterminato con riferimento alla data della nuova domanda.

Per le rate successive alla prima, il loro pagamento effettuato oltre la scadenza ma con un ritardo non superiore a 30 giorni, viene consentito per non più di cinque volte. Ulteriori versamenti effettuati oltre i termini assegnati potranno essere, su esplicita richiesta dell’interessato, considerati come nuova domanda e comporteranno la rideterminazione dell’importo da pagare.Tutti i pagamenti effettuati per importi parziali o per un minore numero di rate entro i termini assegnati verranno convalidati determinando l'accredito del periodo assicurativo corrispondente all’importo pagato.

Eventuali variazioni di indirizzo o di dati anagrafici dovranno essere prontamente comunicate all’Istituto.

Quando conviene

Difficile fare esempi precisi di quando convenga o quando non convenga riscattare la laurea. Tutto dipende dalla retribuzione e da quanto si andrà a prendere una volta in pensione. Dipende poi anche dalla volontà dei lavoratori di lasciare o meno il posto di lavoro anticipando l'uscita. Sicuremente può essere favorevole per chi con stipendi elevati è arrivato a pochi anni dall'età pensionabile.

Il riscatto gratuito

Ora lo ribadisce, ricordando che per un lavoratore ad oggi il riscatto della laurea ai fini previdenziali rimane un onere non accessibile a tutti: l'Inps ha calcolato che occorrono oltre 5.200 euro per ogni anno di studi. Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief, "aprire al riscatto gratuito della laurea sarebbe un segnale importantissimo. Come anche il calcolo retributivo per almeno tutti coloro che l'hanno conseguita fino al 1996: l'assegno di quiescenza sta infatti progressivamente diventando sempre piu' lontano e piccolo, sempre piu' vicino alla soglia di poverta'. E' bene che lo Stato consideri che si sta tirando la corda in modo eccessivo. Per rimanere nella scuola, oggi un docente o un amministrativo e' troppo penalizzato dalle ultime riforme previdenziali: a fine carriera c'e' un gap rispetto a colleghi europei, come quelli tedeschi, di circa mille euro al mese. E si va in pensione con assegni in media del 40% piu' bassi dell'ultimo stipendio. Si sta veramente esagerando, diamo un segnale importante. Ha fatto bene Giuseppe Conte a fare questa proposta. Esortiamo il Governo a portarla avanti".