Riscaldamento, è corsa a legna e pellet contro il caro-bollette. Ma a che prezzo?

In Lombardia cresce la richiesta di biomasse legnose in vista della stagione fredda. Ma l'aumento della domanda spinge a rialzo i costi anche di questo comparto

Taglio di legna da ardere nei boschi lombardi

Taglio di legna da ardere nei boschi lombardi

Gas e petrolio alle stelle, è corsa al riscaldamento con legna e derivati: ma è davvero un affare? Non esattamente, alla luce dell’aumento dei prezzi e delle difficoltà di approvvigionamento che sta caratterizzando il mercato delle biomasse combustibili.

Il pellet

La “tempeste perfetta”, la definisce l’Aiel (Associazione italiana energie agroforestali), riferendosi in particolare al pellet, il combustibile legnoso più diffuso, per il quale l’Italia dipende in gran parte dalle importazioni estere. In particolare dall’Est Europa, dove tra guerra e sanzioni è venuta meno l’ampia fornitura di Russia, Bielorussia e Ucraina mentre altri Paesi, per pausa di rimanere sguarniti, hanno ridotto se non addirittura bloccato l’export. Il prezzo del pellet, stando alle rilevazioni Aiel, è così salito da un anno all’altro da 307 a 368 euro la tonnellata per quanto riguarda il Nord-Ovest d’Italia, per un prezzo medio al consumatore (sacco da 15 kg) salito da 3,12 a 4,62 euro (+48%), con punte fino a 8,88 euro al sacchetto. E la rilevazione risale allo scorso aprile: a settembre, quindi tra non molto, saranno pubblicati i dati aggiornati e, confermano da Aiel, sicuramente si registrerà un ulteriore aumento.

La legna

Il discorso non è molto diverso per quanto riguarda la legna da ardere, comparto in cui "non si vedeva un tale aumento da diversi anni, sia per quanto riguarda la richiesta sia per i prezzi", afferma Tiziana Stangoni (nella foto sotto), direttrice di Aribl (Associazione regionale imprese boschive lombarde). "Da gennaio a maggio abbiamo avuto un incremento dei prezzi della legna da ardere di circa il 10% - racconta – dopo anni in cui non registravamo alcuna variazione. E il prezzo è ancora in aumento: negli ultimi mesi vediamo che il prezzo sta ulteriormente salendo nell’ordine del 25-30%".

Tiziana Stangoni, direttrice di Aribl
Tiziana Stangoni, direttrice di Aribl

A differenza del pellet, la legna ad ardere è di maggior reperibilità in Italia e, anzi, sul medio-lungo periodo una riscoperta di questo combustibile potrebbe portare benefici al patrimonio boschivo italiano, con il recupero di fasce collinari e montane oggi abbandonate, con tutte le conseguenze del caso in termini di dissesto ambientale. Nel breve periodo, però, c’è il forte rischio di mancanza di legna per la prossima stagione fredda e, di riflesso, di un’ulteriore impennata dei prezzi in autunno. "I lavori forestali hanno una programmazione piuttosto lunga – spiega Stangoni – il materiale pronto per quest’inverno è quello lavorato in primavera. Una repentina richiesta in questo momento può creare problemi di approvvigionamento. La stagione silvana riparte a settembre-ottobre ma la legna fresca è inutilizzabile, a meno che non venga trattata in essiccatoio, ovviamente con una maggiorazione dei prezzi sul mercato".

Gli impianti

Secondo il rapporto statistico 2022 ‘Il legno nel riscaldamento domestico e commerciale’, presentato lo scorso giugno dall’Aiel, in Italia le biomasse legnose - legna, pellet e cippato (legno ridotto a scaglie utilizzato prevalentemente nelle grande caldaie industriali) - alimentano oggi complessivamente circa il 15% dei sistemi prevalenti di riscaldamento domestici e commerciali, grazie soprattutto al boom del pellet passato dall’8% dei consumi nel 2010 al 21% nel 2021: + 121%. Il report non tiene però conto dei dati relativi all’anno in corso dove, confermano sia da Aiel che da Aribl, si sta registrando un consistente aumento della domanda di impianti di riscaldamento di questo genere.