Riforma del Catasto, seconde case: rischio patrimoniale

Mamone, presidente Unsic: "Aumentare la tassazione porterebbe a un crollo immobiliare"

Si annuncia un autunno caldo per gli sfratti, la riforma del Catasto innescherà un terremoto

Si annuncia un autunno caldo per gli sfratti, la riforma del Catasto innescherà un terremoto

Progressività, rimodulazione delle aliquote senza aumentare le tasse, lotta all'evasione e nessun condono

Questa la direzione sulla riforma fiscale, tanto attesa in Italia e sinora sempre rinviata, che il presidente del consiglio Mario Draghi ha inserito nella propria agenda sin dalle prime consultazioni a Montecitorio. Tra le ipotesi contenute nella nuova riforma fiscale inserita  nel cronoprogramma del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (il Pnrr) c'è anche quella che riguarda la revisione del Catasto. Siamo ancora in una fase interlocutoria ma di sicuro c'è che se la riforma dovesse essere varata e i valori degli immobili adeguati a quello di mercato come da tempo chiedono Bruxelles e l’Ocse, le tasse sulla casa sarebbero inevitabilmente destinate a crescere. E anche di molto. E siccome in Italia la casa è "sacra" già si è assistito a una levata di scudi in Parlamento contro ogni ipotesi di riforma. Nella schiera dei preoccupati figura anche Domenico Mamone, presidente del sindacato datoriale Unsic (Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori) con oltre tremila uffici in tutta Italia, che esprime tutti i propri timori per una riforma del catasto dell'Europa "illogica per almeno quattro motivi".

Eccoli:

  • "L’aumento degli estimi catastali coinciderebbe, per paradosso, con il lungo periodo di crollo del valore delle abitazioni e soprattutto dei locali commerciali, sempre più danneggiati dal commercio elettronico; il mercato immobiliare, che in futuro soffrirà anche il decremento strutturale della popolazione, ne uscirebbe ulteriormente a pezzi e ciò renderebbe più poveri gli italiani, per i quali il mattone resta la primaria ricchezza".
  • "Aumentare la tassazione sugli immobili, a cominciare dall’Imu sulle seconde case detenute da un italiano su cinque, accentuerebbe la desertificazione dell’entroterra e delle zone montane del nostro Paese, dove le abitazioni nei paesi d’origine rappresentano già un costo insostenibile di cui moltissimi italiani si vorrebbero liberare; un fenomeno che avrebbe ricadute negative anche sul turismo".
  • "L’aumento del prelievo fiscale penalizzerebbe le nuove generazioni che ereditano immobili di cui spesso non sono in grado di provvedere economicamente persino alla loro gestione e manutenzione; è noto, infatti, come oggi, a differenza degli anni Sessanta, molti figli non riescano ad eguagliare i genitori per qualità del lavoro e reddito"
  • "L’aumento della tassazione cadrebbe in una crisi economica determinata dal periodo pandemico che mostra ancora evidenti ferite economiche e sociali; con la riforma catastale varierebbe anche l’Isee, con pesanti ripercussioni sociali, si pensi alla mensa scolastica o alle tasse universitarie ”.