Pil, il ministro Franco: misure selettive per crescere. La Lombardia? E' ripartita

L'assemblea di Assolombarda: la regione traina la ripresa del Paese. Entro fine anno un balzo del 4,5% è possibile

Il ministro Daniele Franco

Il ministro Daniele Franco

Sesto San Giovanni (Milano), 1 luglio 2021 – La Lombardia deve tornare a correre, dopo l’anno di crisi dovuta all’emergenza sanitaria. La ripresa è già partita, ma non basta: bisogna cambiare e fare quel salto di qualità atteso da anni. I livelli medi del 2019 non sono ancora stati recuperati, ma i segnali sono positivi, come è stato ripetuto durante l’Assemblea Generale di Assolombarda, che si è svolta presso le aree Falck di Sesto San Giovanni. Solo per il comparto della manifattura, la Lombardia cresce dell’8,7% nel primo trimestre 2021 rispetto allo scorso anno. C’è ancora un gap di 2,3 punti percentuali: un divario inferiore rispetto al 3,4% del resto del Paese, ma più ampio rispetto ai benchmark europei.

A Milano a soffrire “in modo drammatico” è stato il turismo con un crollo del 76% nel 2020, più intenso ancora di quello regionale del 67% e nazionale 58%. Anche l’export della moda ha visto il segno meno per il 13%. Dato positivo, invece, quello sull’occupazione femminile che vede un calo dello 0,7% contro quello maschile dell’1,8%, con una tendenza opposta a quella nazionale. “Il PNRR ha fra i suoi punti qualificanti lo sviluppo dell’occupazione femminile, con un investimento di 4,6 miliardi negli asili e nelle scuole dell’infanzia”, ha ricordato il presidente di Assolombarda Alessandro Spada.

Ampio spazio al mercato del lavoro, “ingessato per troppo tempo dal blocco dei licenziamenti. I posti di lavoro non si creano per decreto, ma con lo sviluppo economico e la crescita delle aziende. Noi imprenditori non vogliamo il Far West ma regole intelligenti con un confronto continuo con le parti sociali. Abbiamo ora il problema di qualificare le persone. In Italia la spesa per le politiche attive è stata nel 2018 di 7,4 miliardi contro i 17,8 della Francia e i 22,9 della Germania. È un divario inaccettabile”. Poi c’è il tema degli ammortizzatori sociali e della riqualificazione dei profili professionali, puntando anche sulla formazione degli istituti tecnici. “La cassa integrazione ordinaria deve diventare uno strumento universale, distinguendo prestazioni, contribuzioni e funzionamento, mentre quella straordinaria deve vedere distinzioni. Serve un mix equilibrato di politiche attive e sussidi alle persone”.

Tre i restanti nodi da sciogliere: debito, materie prime (che hanno visto rialzi del 38% con picchi del 64%) e competenze. Già in questi mesi le imprese del territorio avranno la necessità di assumere 130mila persone, di cui almeno un terzo in professioni ad elevata qualificazione. Infine, riforma dell’Irpef con la revisione sulla tassazione del reddito d’impresa e delle imposte. Anche nelle parole del ministro dell’Economia Daniele Franco, la ripresa in Lombardia è già iniziata. “Nella recessione e nella ripresa, la Lombardia è stata in linea con le regioni più dinamiche d’Europa. La pandemia ha causato un forte aumento del tasso di risparmio: la fiducia delle famiglie è ai massimi livelli dal 2018 e questo potrà sostenere i consumi con spinta per la crescita a partire dal terzo trimestre”. A livello nazionale, ha sottolineato Franco, il traino è stato quello della manifattura e del settore delle costruzioni, che potranno ancora crescere nel secondo trimestre del 2% secondo le stime interne. “Per la fine dell’anno la previsione è una crescita sopra il 4,5%. Siamo davanti a una ripresa eterogenea, ancora segnata dall’incertezza e della gradualità – ha concluso -. Dobbiamo usare questa fase per irrobustire la nostra economia. Le misure ammontano a 70 miliardi di euro nell’anno in corso, significa circa il 4% del Pil. Con il decreto di maggio abbiamo cercato di garantire l’accesso al credito e il sostegno alle attività delle imprese per accrescere la loro liquidità e rendere più equilibrata la struttura finanziaria. Ora dobbiamo accrescere l'efficienza del Paese”.