Pensioni: quota 41, minima a 1000 euro o ritorno alla Fornero? Riforma, tutte le ipotesi

Ecco cosa più accadere dopo le elezioni al sistema pensionistico italiano: gli scenari

Non c'è solo la questione energetica a tener banco in campagna elettorale. C'è anche (ormai immancabile) il tema pensioni. Argomento sensibile vista l'età media della popolazione italiana (su quasi 50 milioni di elettori praticamente la metà ha più di 55 anni, quota che diventa ancor più significativa per il Senato dove l'età minima per il voto è 25 anni).

Pensioni (foto archivio)
Pensioni (foto archivio)

Riforme

Negli ultimi anni il sistema pensionistico italiano è stato oggetti di diverse riforme e modifiche. La più "tristemente" famosa è la Riforma Fornero attuata nel 2011. Già a maggio, quando ancora la campagna elettorale era di là da venire e il governo Draghi non sembrava in bilico, il leader della Lega Matteo Salvini aveva lanciato "l'allarme" sul possibile ritorno della Riforma Fornero.

Lo "spettro" della Fornero

Come detto già a maggio scorso il leader leghista aveva detto: "Dal primo gennaio (2023 ndr) torna la Fornero se non si fa nulla, noi stiamo lavorano a quota 41".

Cos'è quota 41

L'idea della Lega è quella di introdurre un meccanismo per il quale si possa andare in pensione con 41 anni di contributi, indipendentemente dall'età In questo caso il termine "Quota 41" sembra essere utilizzato in modo improprio. Sino ad ora i meccanismi di pensionamento ribattezzati con il termine "Quota" hanno fatto riferimento a un meccanismo che sommava l'età anagrafica agli anni di contribuzione (come fatto per Quota 100).

Pensioni minime a 1000 euro

"Una pensione minima di 1000 euro al mese per 13 mensilità garantita a disabili e casalinghe" è invece una delle proposte del programma di Forza Italia presentate da Silvio Berlusconi in un video sulla sua pagina Facebook.

Il sindacato

Anche il sindacato ha avanzato diverse ipotesi. In particolare nei giorni scorsi il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra intervistato dal Qn: "Deve essere ammessa la possibilità di uscire dal lavoro raggiunti i 41 anni di contributi - ha detto - e, in ogni caso, a partire da 62 anni di età. Le risorse vanno trovate nel tesoretto lasciato dalle dotazioni inutilizzate di quota 100 e dalle economie generate dalla legge Fornero".

Il nodo dei conti

Una cosa sono però le promesse elettorali un'altra le necessità di far quadrare i conti. Per pagare le pensioni ci vogliono infatti i soldi e conti dello Stato in equilibrio (motivi per i quali era stata ad esempio varata la legge Fornero in un momento in cui lo Spread era alle stelle e i conti dell'Italia vacillavano a "livelli Grecia"). Portare le pensioni minime a mille euro, ad esempio, costerebbe complessivamente 31,2 miliardi. È quanto rileva l'Osservatorio dei conti pubblici italiani guidato da Carlo Cottarelli, ora candidato capolista nelle liste del  Pd a Milano per il Senato, sulla proposta avanzata dal leader di Forza Italia Silvio Berlusconi.

Cos'è la Fornero

Dal gennaio 2012 la Legge Fornero, aveva inasprito in generale i requisiti di accesso fissandoli a 66 anni per gli uomini (dipendenti ed autonomi) e per le lavoratrici del pubblico impiego; a 62 anni per le lavoratrici dipendenti del settore privato; a 63 anni e 6 mesi per le autonome e la parasubordinate. Dal 2019 l'età per la pensione di vecchiaia è fissata a 67 anni per tutte le categorie. Nel decreto ministeriale del 5.11.2019 è stata confermata l'età di 67 anni anche per il biennio 2021-2022, a seguito dei rilevamenti Istat che non hanno registrato un incremento della speranza di vita.

Come si va in pensione attualmente?

  • Nel 2022 si può uscire dal mondo del lavoro con la pensione di vecchiaia a 67 anni (età che dovrà essere adeguata negli anni successivi in base all'aspettativa di vita) abbiano un' anzianità contributiva di almeno 20 anni.
  •  Ci sono poi diverse modalità di pensionamento anticipato. Le principali sono: APE volontario o sociale, Isopensione, Quota 102, pensione anticipata per  mansioni usuranti  e per i lavoratori precoci e Opzione Donna.

Pensione ordinaria anticipata

Resta la possibilità di anticipare il pensionamento rispetto ai 67 anni. Si può andare in pensione a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e a 41 anni e 10 mesi per le donne, fino al 31 dicembre 2026, ma con l'attesa di 3 mesi dalla maturazione di tali requisiti contributivi (cosiddetta “finestra").

Quota 100

Quota 100 è un sistema per l'accesso alla pensione (introdotto dal governo Lega-M5s e poi accantonato) che permette di anticipare l' uscita dal lavoro al momento in cui la somma tra l'età del lavoratore e il numero di anni di contributi accreditati è 100; ad esempio 60 anni di età e 40 di contributi o 61 anni di età e 39 di contributi. Nella sua ultima formulazione con 62 anni di età anagrafica e 38 anni di contributi, indicano una riduzione dell'assegno pensionistico che può arrivare anche al 30%.

Da quota 102 a quota 104

Nell'ambito delle riforme pensionistiche avanzate negli ultimi anni si è più volte pensato di introdurre calcoli che permettessero di andare in pensione sommando età anagrafica e contributiva arrivando a quota, appunto, 102 e 104. Da gennaio 2022 ad esempio è entrata in vigore la Quota 102 (64 + 38), anche se per un solo anno. Consente di ritirarsi con 64 anni di età e 38 anni di contributi senza penalizzazioni sull'assegno.