Pensioni, da gennaio ritorna la Fornero. Riforme e ipotesi in campo: cos'è quota 41

La politica studia un nuovo meccanismo per il calcolo dell'età pensionabile. Qual è il sistema attuale? Cosa cambierà?

Dopo mesi di "silenzio" torna sotto i riflettori la questione pensioni. "Dal primo gennaio torna la Fornero se non si fa nulla, noi stiamo lavorano a quota 41. Draghi è molto attento ai dossier, la pace fiscale rischia di massacrare gli italiani. Mi domando quando si entrerà nel tema della pace fiscale. Che il governo non si sia ancora occupato del tema mi stupisce". ha detto nelle ultime ore il leader della Lega Matteo Salvini.

Cos'è quota 41

L'idea della Lega è quella di introdurre un meccanismo per il quale si possa andare in pensione con 41 anni di contributi, indipendentemente dall'età. In questo caso il termine "Quota 41" sembra essere utilizzato in modo improprio. Sino ad ora i meccanismi di pensionamento ribattezzati con il termine "Quota" hanno fatto riferimento a un meccanismo che sommava l'età anagrafica agli anni di contribuzione (come fatto per Quota 100).

Come si va in pensione attualmente?

  • Nel 2022 si può uscire dal mondo del lavoro con la pensione di vecchiaia a 67 anni (età che dovrà essere adeguata negli anni successivi in base all'aspettativa di vita) abbiano un' anzianità contributiva di almeno 20 anni.
  •  Ci sono poi diverse modalità di pensionamento anticipato. Le principali sono: APE volontario o sociale, Isopensione, Quota 102, pensione anticipata per  mansioni usuranti  e per i lavoratori precoci e Opzione Donna.

Pensione ordinaria anticipata

Resta la possibilità di anticipare il pensionamento rispetto ai 67 anni. Si può andare in pensione a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e a 41 anni e 10 mesi per le donne, fino al 31 dicembre 2026, ma con l'attesa di 3 mesi dalla maturazione di tali requisiti contributivi (cosiddetta “finestra").

Quota 100

Quota 100 è un sistema per l'accesso alla pensione (introdotto dal governo Lega-M5s e poi accantonato) che permette di anticipare l' uscita dal lavoro al momento in cui la somma tra l'età del lavoratore e il numero di anni di contributi accreditati è 100; ad esempio 60 anni di età e 40 di contributi o 61 anni di età e 39 di contributi. Nella sua ultima formulazione con 62 anni di età anagrafica e 38 anni di contributi, indicano una riduzione dell'assegno pensionistico che può arrivare anche al 30%.

Da quota 102 a quota 104

Nell'ambito delle riforme pensionistiche avanzate negli ultimi anni si è più volte pensato di introdurre calcoli che permettessero di andare in pensione sommando età anagrafica e contributiva arrivando a quota, appunto, 102 e 104. Da gennaio 2022 ad esempio è entrata in vigore la Quota 102 (64 + 38), anche se per un solo anno. Consente di ritirarsi con 64 anni di età e 38 anni di contributi senza penalizzazioni sull'assegno. "Quota 100 a noi non ci affascinava, meglio allora quota 104 ma credo che si debba dare vita ad un riforma che tuteli i lavori ultrasessantenni ma anche i lavoratori giovani. Dobbiamo avere un sistema pensionistico che tuteli i giovani", ha detto il coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani.

Cosa prevede la legge Fornero

Dal primo gennaio 2012 la Legge Fornero, ha inasprito in generale i requisiti di accesso fissandoli a 66 anni per gli uomini (dipendenti ed autonomi) e per le lavoratrici del pubblico impiego; a 62 anni per le lavoratrici dipendenti del settore privato; a 63 anni e 6 mesi per le autonome e la parasubordinate. Dal 2019 l'età per la pensione di vecchiaia è fissata a 67 anni per tutte le categorie. Nel decreto ministeriale del 5.11.2019 è stata confermata l'età di 67 anni anche per il biennio 2021-2022, a seguito dei rilevamenti Istat che non hanno registrato un incremento della speranza di vita.