Pennelli Cinghiale, 77 anni raccolti nel Museo

Mantova: le origini, i nuovi mercati e il recente boom

Pennelli cinghiale

Pennelli cinghiale

Mantova, 22 maggio 2022 - Pennelli Cinghiale mette un punto fermo ai primi 77 anni della propria storia. Lo fa inaugurando un Museo del Tempo nella fabbrica di Cicognara di Viadana, nel Mantovano. Nell’ alzare il sipario l’azienda non ha indugiato anche in quella che gli economisti chiamerebbero una “congiuntura sfavorevole”. "Abbiamo alle spalle due anni eccezionali – spiega Eleonora Calavalle, attuale Ceo del marchio reso celebre dallo spot del ‘“Grande Pennello” – il lockdown e i bonus facciate hanno spinto verso l’alto il nostro settore e ci attendevamo un assestamento. Nei primi quattro mesi del 2022, però, è scoppiato il fattore paura, che tocca tutti i settori". Che fare allora? "In Pennelli Cinghiale stiamo lavorando su nuovi formati e nuovi prodotti. E poi sull’allargamento del mercato ai giovani consumatori. Per arrivare a loro non c’è che la strada dei social: è solo così che potranno conoscerci e sceglierci".

La galleria allestita a Cicognara è tecnologica e guarda al futuro dei consumi, della società, dei gusti. Certo, al fondatore di Pennelli Cinghiale, il commendatore Alfredo Boldrini, è riservato un posto d’onore, ma è la sua storia che lo merita. A ricostruirla come un mosaico sono stati i racconti di chi lo ha conosciuto. Boldrini che a 7 anni già vende scope di saggina girando i paesi su un carretto, che da militare inizia un primo commercio in proprio e che nel ‘45 mette la prima pietra su quella che sarà la sua fabbrica. La Galleria del tempo racconta le prime macchine, la conquista di mercati inesplorati, il fiuto del fondatore per gli affari ma anche per la pubblicità (negli anni ‘80 per la tv sceglierà il meglio, Ignazio Colnaghi, il ‘papà’ di Calimero). Lo spot è ricostruito nei dettagli, a cominciare da come nacque il folgorante slogan, ancora impresso nella memoria di tanti.

Nelle sale l’oggi è rappresentato dall’evoluzione tecnologica e dalla fruibilità sul web, per l’immagine ha avuto un ruolo-chiave un artista contemporaneo, il milanese Duty Gorn, che nel suo percorso creativo aveva scelto i pennelli come simbolo e contenuto. Alcune sue opere (compreso un murale esterno alla fabbrica) sono esposte e convivono con tanti altri frammenti di un ‘made in Italy’ d’eccellenza. Quello che negli anni del boom ha trasformato una terra poverissima, nel distretto dei milionari: lì girava lo stesso numero di auto di lusso per abitante che nei mitici Stati Uniti.