Sabbioneta: Panguaneta, l’impresa è donna. Diritti, parità nei salari e approccio green

Sabbioneta, il colosso dei compensati ottiene il marchio di qualità. E il fatturato vola

Le amministratrici Nicoletta Azzi, Fulvia Tenca, Miriam Tenca e il presidente Mauro Azzi

Le amministratrici Nicoletta Azzi, Fulvia Tenca, Miriam Tenca e il presidente Mauro Azzi

Sabbioneta (Mantova) - Energia pulita in tempi di crisi energetica, parità di genere in un contesto di non facile affermazione della professionalità al femminile: è un mix di buone pratiche che ha portato alla ribalta e al successo la mantovana Panguaneta, azienda leader nella produzione di compensati, con sede a Sabbioneta, 200 dipendenti in servizio e un mercato per i quattro quinti fatto di export. L’ultimo riconoscimento ricevuto la colloca ai primi posti tra le piccole e medie aziende italiane proprio per rispetto dell’uguaglianza di trattamento fra generi.

Donne protagoniste

La certificazione è stata rilasciata da Imq (Istituto italiano del marchio di qualità) che ha vidimato il punteggio d’eccellenza di Panguaneta in base a criteri costanti di valutazione delle gestione all’interno dell’impresa. In concreto, l’azienda sabbionetana applica accorgimenti come l’orario flessibile per le neomamme, i congedi parentali, la composizione ‘al femminile’ del consiglio d’amministrazione, la garanzia di crescita professionale, l’equità tra retribuzioni, e altri ancora, tali da raggiungere una valutazione di spicco (75% su un minimo di 60%) nella classifica Imq. La certificazione non ha un valore solo formale, ma rientra a pieno titolo nel complesso delle valutazione verso obiettivi Esg (Environmental and social governance) ormai richiesti per soppesare l’efficienza delle aziende dei Paesi più sviluppati.

Attenzione all'ambiente

L’altro pilastro portante delle strategie di Panguaneta è riferito appunto alla sostenibilità ambientale a cui fa riferimento l’acronimo Esg. L’agguerrito staff di Sabbioneta (il presidente Mauro Azzi affiancato da un consiglio di amministrazione tutto al femminile) aveva affrontato il tema dell’equilibrio tra produzione, consumi di energia e ricadute ecologiche sin dal 2020 con un primo “bilancio di sostenibilità“. Oggi, la questione è ancora più ‘calda’ alla luce del conflitto tra Russia e Ucraina che ha fatto dell’approvvigionamento energetico un tema dirimente, accanto all’altro non meno decisivo del caro-energia.

La risposta di Panguaneta sta nell’utilizzo di una centrale termica che ha reso l’intero ciclo produttivo energeticamente autosufficiente e riserva ulteriori potenzialità, grazie alla possibilità di recuperare altra energia verde dal vapore residuo. Nel primo bilancio di sostenibilità era certificata una soglia del 90% dell’energia termica come proveniente da fonti rinnovabili, una strada sulla quale Panguaneta intende proseguire. Come intende andare avanti nella riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra e dei consumi idrici. Per un netto alleggerimento del peso ambientale dell’intera azienda.

Successo sul mercato

La vocazione green del management di Panguaneta sembra coniugarsi con il successo di mercato. L’ultimo fatturato disponibile (anno 2021) certificava un risultato di 85 milioni di euro (68 nel 2020, l’anno del Covid, e 78 nel 2019) con un Ebitda, sigla inglese per utili prima degli interessi, delle imposte, del deprezzamento e degli ammortamenti, in crescita (17 nel 2021, 12,1 l’anno prima e 12 nel 2019), il tutto con un benefico influsso sul territorio al quale l’azienda è legata: l’incidenza di spesa verso fornitori locali, infatti, è stata del 41% l’anno scorso contro un 39 del 2020 e di poco sotto il 44% registrato nel 2019, prima della crisi pandemica.