La montagna punta ai city quitters: Lombardia, Alto Adige e Calabria a caccia di startup

Dal Techpark di Bolzano alla Rivoluzione delle seppie di Belmonte passando per le 'smart valley' Seriana e Brembana: iniziative di comunità per attrarre professionisti e start up

Immagine della campagna promossa da 'Rivoluzione delle seppie'

Immagine della campagna promossa da 'Rivoluzione delle seppie'

Vivere in montagna può rappresentare una sfida per molti, ma grazie al digitale, le distanze possono accorciarsi, e questa può diventare un’opportunità per i territori marginali o a bassa intensità abitativa che, in mancanza di iniziative e investimenti, rischierebbero lo spopolamento. Alcune comunità stanno sviluppando iniziative che hanno l’obiettivo di attrarre startup e professionisti. I city quitters, ovvero professionisti che rinunciano a vivere in città, e decidono di spostarsi in aree marginali, sono sempre di più, e alcune storie, come quella di Giacomo Biraghi e Roberta Olivia Russo, offrono spunti per comprenderne il fenomeno. 

NOI Techpark in Alto Adige

Tra i territori che più si sono impegnati a sfruttare le opportunità del digitale c’è l’Alto Adige. Tra il verde delle montagne si è sviluppato NOI (acronimo di Nature of innovation) TechPark, parco scientifico-tecnologico e hub dell’innovazione in Alto Adige, che oggi ospita 1000 addetti che operano nelle oltre 90 tra aziende e startup, 45 laboratori, 3 facoltà e 3 istituti di ricerca. L’hub ha annunciato ieri, a Milano, un raddoppio degli spazi, per arrivare a oltre 430.000 mq. Al NOI sorgerà la nuova Facoltà di Ingegneria dell’Università di Bolzano, mentre a Brunico nascerà un nuovo centro di competenza per il settore dell’Automotive.

Smart Valley nelle valli Brembana e Seriana

A poca distanza da Milano, nella Val Brembana a Lenna, le iniziative del territorio puntano ad attrarre e sostenere il capitale umano. “La Valle Brembana offre molte opportunità" - racconta Alberto Sangalli, project manager e fondatore di Rurale Digitale, canale di comunicazione che collabora con EuSmartValley, società di consulenza. “Riscontriamo una crescita di interesse sul tema: abbiamo lanciato diverse iniziative su Youtube, c’è molta curiosità. Poi per passare all’atto pratico è più difficile. Il nodo delle valli lombarde è quello del traffico: Val Seriana e Val Brembana.  La connessione non è infatti “tutto”, ma serve altro: “Lo sviluppo dei servizi è chiave ed è quello su cui stiamo lavorando. Il progetto di smart valley nasce coinvolgendo competenze e conoscenze di vari settori, abbiamo fatto un’analisi di ciò che mancava. In particolare l’integrazione tra diverse iniziative. Il nostro obiettivo è razionalizzare le risorse sui territori, con l’obiettivo di coordinarle attraverso anche l’uso di consorzi”. Sui territori stanno nascendo, per compensare alla mancanza di servizi di trasporti, iniziative di car-pooling. A poca distanza è nato "Limes Farm", centro per l'innovazione in Valle Camonica, fondato da Diego Zarneri, un "City quitter" rientrato dalla città ai territori camuni. "L'obiettivo è stato quello di creare una struttura che favorisca la nascita di start-up innovative locali, che operino su cultura e bisogni locali, al fine di diventare replicabili su nuovi territori marginali o nel contesto globale. Operiamo con eventi, iniziative e mettendo a disposizione di aspiranti e nuovi imprenditori spazi attrezzati e un sistema di servizi di consulenza".

Piemonte: "Serve fare comunità"

Ci spostiamo a poche ore da Milano, in Piemonte. “Un futuro nelle aree interne è possibile” recita l’immagine di copertina delle pagine social di Lorenzo Giacomino De Foss, tecnico del territorio in Unione Montana, sindaco di Ronco Canavese, nella Valle Soana, città metropolitana di Torino. “Vivere in montagna è una scelta, e l’immagine romanzata non sempre è pertinente. In alcuni territori la banda ultra-larga è in ritardo, la connessione a volte può saltare. Noi dobbiamo attivare processi per semplificare”. Sul ritorno ad abitare in territori montani, Lorenzo Giacomino De Foss aggiunge: “C'è un ritorno, che però non si vede nei numeri dell’anagrafe, almeno non ancora. Bisogna ripensare ad una residenzialità diversa, dove tante persone vivono alcuni giorni a settimana, magari non tutti. Il bisogno emergente è di attuare una strategia aree interne. Serve fare comunità”. 

La "rivoluzione delle seppie"

Le iniziative di attrazione dei city quitters “montani”, riguardano anche il Sud Italia. A Belmonte Calabro, comune di 1800 abitanti in provincia di Cosenza in Calabria, è nata l’iniziativa “Rivoluzione delle seppie”, patrocinata da diversi enti, tra cui la London Metropolitan University, con l’obiettivo di operare nei “vuoti dei territori”, con azioni pubbliche, progetti di educazione e riqualificazione urbana. Dal 17 al 24 luglio ha ospitato oltre 150 professionisti da tutto il mondo.  “Sono cinque anni che lavoriamo alla nostra idea di Paese, come comunità ibrida in evoluzione. In questo tempo, oltre a confrontarci con quello che è il paesaggio fisico di Belmonte, ci siamo confrontati anche con il paesaggio umano, con un’idea di comunità più fluida, più ampia, che include anche chi non è residente ma che ha un rapporto più dinamico con il paese” - raccontano Gerardo Cleto, membro dell’Associazione e Rita Elvira Adamo co-founder de La Rivoluzione delle Seppie. Il progetto prosegue, con nuove iniziative locali, a vocazione internazionale  Dalla Calabria alla Lombardia: la montagna attira, ma presenta sfide. I fondi del PNRR potranno dare alcune risposte, ma sarà la capacità di fare rete, ed efficientare risorse e infrastrutture a poter determinare un vero ripopolamento di queste aree.