"LE PECORE NERE? UNA PASSIONE DIVENTATA LAVORO"

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LA SUA PASSIONE sono le pecore nere. Simbolo, non a caso, di chi va controcorrente, esattamente come lei. Carolina Leonardi (nella foto in alto), 28 anni, è una delle più giovani allevatrici italiane, produttrice di formaggi che stanno facendo parlare di sé, recentemente premiata come esempio di resilienza al femminile. In occasione dell’8 marzo, il presidente di Coldiretti Lucca, Andrea Elmi, l’ha raggiunta nella sua stalla a Stazzema e le ha consegnato il riconoscimento floreale assegnato da Donne Impresa Coldiretti e da Affi, l’Associazione floricoltori e fioristi italiani. Laureata in Scienze agrarie all’Università di Pisa con una tesi sui formaggi, Carolina è titolare dell’azienda agricola e agrituristica "Le Coppelle Latteria Belato Nero" di Pian del Lago, ai piedi del monte Corchia, a mille metri sul mare, nel cuore del parco delle Alpi Apuane.

Carolina come è nata questa passione?

"Sono sempre stata una grandissima amante della natura, in tutte le sue forme, dalla montagna al mare. Nel 2000 mia mamma ha aperto un piccolo agriturismo e mi sono ulteriormente avvicinata all’idea che questa passione potesse in qualche modo diventare un lavoro. Così, dopo la laurea, ho deciso di iniziare una mia avventura e nel 2015 ho aperto la mia azienda con l’idea di lavorate il latte e produrre formaggi. Ho acquistato 40 capi ovini di razza massese e ho iniziato a dedicarmi all’allevamento, al pascolo e alla produzione casearia. Le pecore mi sono arrivate l’8 marzo, proprio in occasione della festa della donna: una coincidenza che per me resta piena di significato".

Le pecore nere appunto… perché proprio la razza massese?

"Ho voluto riscoprire questa razza autoctona e ormai in via di estinzione, perché penso che sia importante tutelare e difendere le peculiarità locali. È un principio che seguo anche nel modo di fare il mio lavoro: per esempio effettuo la transumanza a piedi, come succedeva una volta, con otto ore di cammino, dalla mia stalla situata nella pianura di Pietrasanta fino a quella di Stazzema. Si tratta di un evento che apro anche al pubblico e al quale partecipano tanti amanti della natura. Un’esperienza davvero particolare che si conclude con un ristoro al nostro agriturismo. Altrettanto tradizionali sono i miei formaggi".

Poi c’è l’agriturismo appunto…

"Esatto, una struttura che si trova a mille metri sul livello del mare, specializzata nella ristorazione. Nella gestione mi aiutano i miei familiari, con i quali valorizziamo e proponiamo tanti piatti tipici e ovviamente i formaggi di mia produzione. Nella gestione del gregge invece sono supportata da un collaboratore. L’agriturismo è anche un modo per chiudere il ‘ciclo del latte’ arrivando direttamente dalla produzione dei formaggi al consumo da parte dei clienti. Riusciamo così anche ad avere i loro pareri, a verificare cosa piace ed è un aspetto molto gratificante".

Com’è la sua giornata tipo?

"Mi alzo verso le 6 e vado subito alla stalla a mungere le pecore. Finisco intorno alle 11, poi lavoro il latte. Completata anche questa fase vado al pascolo e, la sera, faccio la seconda mungitura. Quando è aperto l’agriturismo do una mano anche nella relativa gestione, alternandomi con i miei familiari nelle varie attività. All’inizio non è stato facile, anche perché non vengo da una famiglia di pastori: quella dell’allevamento di ovini è stata una mia idea e non avevo grandi esperienze alle spalle. Anche oggi non faccio una vita facile, né comoda. Ma mi permette di vivere 365 giorni l’anno nel rispetto dei cicli della natura ed è ciò che amo. Poi c’è il riscontro dei clienti e dei nostri ospiti: una grande soddisfazione".

Si aspettava questo premio?

"No, è stata una bellissima sorpresa, anche per i tanti significati legati alla Festa della donna: quelli universali e quelli personali, visto che la mia avventura lavorativa è iniziata proprio in questa data, con l’arrivo delle prime quaranta pecore".

Prossimi sogni?

"Incrementare l’aspetto didattico, che già porto avanti con i bambini. Vorrei poter organizzare dei corsi più strutturati sulla lavorazione del latte e sull’arte casearia. Il mio obiettivo è tenere vive e valorizzare le nostre tradizioni, promuovendo contemporaneamente il grande amore e il rispetto per la natura: credo che sia importante farlo partendo dai più giovani".