STOP AI LICENZIAMENTI: SI TORNA AL MODELLO CIAMPI

Migration

L’ACCORDO per la gestione della prima fase di sblocco del divieto di licenziamento, definito tra parti sociali e governo Draghi qualche settimana fa, costituisce anche il primo, concreto esempio di una possibile rinnovata politica di confronto e concertazione a tre secondo il modello Ciampi dei primi anni Novanta invocato da più osservatori e protagonisti di quella e di questa stagione. In questo senso ha avuto ragione il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, che ha insistito fino all’ultimo momento utile per evitare soluzioni unilaterali del governo che, come tali, rischiavano di non tenere conto delle condizioni dei settori e dei comparti produttivi in relazione agli effetti e alle conseguenze dell’emergenza Coronavirus. La proroga del blocco dei licenziamenti per determinati ambiti produttivi del manifatturiero era la scelta giusta da compiere, nelle condizioni date di un’emergenza non conclusa, per evitare di creare spirali di ulteriori crisi sociali in una stagione dominata dalla perdita di reddito per milioni di lavoratori.

Allo stesso modo, la proroga generalizzata fino alla fine di ottobre del blocco dei licenziamenti per il terziario, il commercio, il turismo, la ristorazione, le piccole imprese è stata una decisione più che opportuna alla luce della virulenza e della drammaticità dell’impatto che la pandemia ha avuto in questi comparti. A questo punto, però, perché questi mesi di tregua non scorrano invano fino a ritrovarci a settembre e ottobre nelle stesse circostanze di oggi e con gli stessi strumenti a disposizione, diventa dirimente che il governo operi d’intesa con il sindacato e, più in generale, con le parti sociali, per procedere spedito per una riforma in tempi rapidi e certi non solo degli ammortizzatori, ma anche delle politiche attive del lavoro. Sul primo, delicato, fronte, quello degli strumenti di protezione dei lavoratori, sappiamo che il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, intende muoversi in questo mese per portare all’approvazione del governo un piano di riforma condiviso. Ci auguriamo che sia così e che i contenuti del riassetto possano essere a misura delle molteplici esigenze che sono emerse di questi anni e non solo nell’ultimo.

Gli ammortizzatori sociali nella nuova versione non solo vanno estesi alle piccole imprese che sono state largamente prive di questa rete, ma vanno tarati anche su settori, come il terziario, che hanno specifiche caratteristiche. Non possiamo, insomma, continuare a disegnare strumenti tarati solo sull’industria e, principalmente, sulla grande industria. Da qui anche l’esigenza di un confronto con chi in questi decenni ha operato lungo la frontiera di un mondo del lavoro terziarizzato e mutevole nei suoi vari aspetti e contesti per riuscire in un’operazioen che son sia astratta ma sia dimensionata alle concrete realtà. Il secondo fronte di azione, indicato dallo stesso premier Mario Draghi, riguarda la politiche attive del lavoro. Ebbene, su questo crinale, abbiamo assistito in questi anni a innumerevoli prove di fallimenti a raffica di iniziative e sperimentazioni senza che si sia riusciti a realizzare un assetto di servizi per l’impiego e di interventi adeguati a ottenere risultati anche solo minimali per una migliore formazione e occupabilità dei lavoratori disoccupati o sotto-occupati.

E, del resto, basta mettere in fila i nomi delle pessime pratiche di questi anni per rendersi conto delle ragioni che ci spingono a sollecitare una vera svolta su questo terreno in modo da riuscire a intraprendere un percorso di cambiamento reale sia negli assetti infrastrutturali pubblici sia nelle regole che presiedono alla gestione delle politiche attive, anche in cooperazione paritaria con le strutture private, sia nelle condizioni per una formazione che non sia solo festa per i formatori. Non vorremmo, insomma, che tutto si traduca in mero aumento, pur necessario e sacrosanto, della spesa per personale e procedure, lasciando intatte le inefficienze nei risultati in termini di occupabilità delle persone.

* Segretario generale della Uiltucs