LO SMART WORKING RIDUCE IL GAP TRA DONNE E UOMINI

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LO SMART WORKING, se strutturale e vero, favorisce l’equità e la trasparenza retributiva di genere. È quanto emerge dall’analisi presentata, presso la Commissione XI del lavoro della Camera dei deputati, da Variazioni, società di consulenza specializzata in innovazione organizzativa e smart working, convocata in audizione in merito al processo di adozione della direttiva europea per l’applicazione del principio della parità di retribuzione tra uomini e donne. Secondo il rapporto presentato oggi da Variazioni, basato sui dati raccolti dalle proprie indagini condotte su oltre cinquantamila lavoratori e manager multi settore, sia pubblico che privato, 1 lavoratore agile su 2 è donna ed esiste una forte correlazione tra adozione del lavoro agile, employability femminile, trasparenza ed equità retributiva.

L’organizzazione del lavoro e la flessibilità organizzativa tipiche del lavoro agile nella sua forma vera e strutturale, ovvero come soluzione di efficienza organizzativa voluta condivisa e non dettata da motivi di welfare (e tanto meno emergenziali) contribuisce a realizzare la parità retributiva perché: favorisce un più equo utilizzo del tempo di donne e uomini e una più equa redistribuzione dei compiti di cura; riduce il ricorso delle donne al part time; riduce la necessità di trasferte che spesso sono più utilizzate da chi ha maggiore disponibilità di tempo; riduce per entrambi i generi l’uso improprio di ferie, permessi e malattia.

E ancora il lavoro agile aumenta la consapevolezza degli uomini ai carichi di lavoro domestico e di cura; funge da equalizzatore retributivo perché il tempo - in ufficio o lavorato - non è più un fattore determinante per la retribuzione; non conta più il tempo lavorato, ma gli obiettivi; le policy di lavoro agile non prevedono straordinari retribuiti. E ancora con l’aumento del lavoro agile si riduce la richiesta di straordinari equilibrando di conseguenza le retribuzioni a prescindere dal tempo dedicato al lavoro. Il lavoro agile poi rafforza l’employability femminile, favorendo la permanenza nel mercato del lavoro e con un impatto sui percorsi di carriera; riduce le difficoltà di conciliazione alla base dell’abbandono dell’occupazione: nel 2019 oltre il 73% delle dimissioni erano di donne. (Oltre 37.600 lavoratrici neo mamme hanno dato le dimissioni nel 2019); rinforza le competenze, digitali e manageriali funzionali a restare sul mercato del lavoro; rende i processi più trasparenti perché l’adozione del vero lavoro agile passa dall’ascolto delle persone.

"Suggeriamo che lo smart working venga considerato come uno strumento prioritario di miglioramento della condizione lavorativa femminile", ha affermato Arianna Visentini, fondatrice e ceo di Variazioni, in audizione illustrando i dati delle survey condotte negli ultimi 12 mesi che confermano le evidenze raccolte anche prima dell’emergenza pandemica. "Il vero lavoro agile se correttamente inteso e introdotto, può fungere da strumento di straordinaria efficacia nella direzione della parità retributiva di genere, della trasparenza verso un vero cambiamento culturale. La trasparenza delle retribuzioni con il lavoro agile arriva come risultato di un processo. Diversamente l’introduzione di una misura di trasparenza imposta dall’alto o in contesti impreparati, non viene compresa e può potenzialmente diventare controproducente", ha continuato.

"Il lavoro agile si definisce vero – ha spiegato Stefania Cazzarolli co-fondatrice di Variazioni – quando rappresenta una soluzione efficace e conveniente per soggetti diversi con esigenze diverse; si configura come una risposta organizzativa e non solo di welfare. Per ottenere questo risultato è necessario che le organizzazioni condividano in modo autentico gli obiettivi, promuovano un percorso di ascolto e comunichino in modo trasparente".

"In conclusione – hanno aggiunto le fondatrici di Variazioni – considerati i benefici del lavoro agile nello sviluppo di un mercato del lavoro più equo e la correlazione positiva che la riduzione del gap retributivo di genere ha sull’aumento del Pil, riteniamo che l’introduzione di incentivi anche di tipo fiscale insieme alla semplificazione burocratica all’introduzione del lavoro agile nelle piccole medie aziende, possa rappresentare l’approccio corretto per innescare una trasformazione culturale e una progressiva trasparenza delle retribuzioni".